Stefania Carboni su Open parla degli effetti dell’abrogazione dello “ius soli sportivo” (sullo stesso argomento il Corriere). La norma del 2016 che equiparavano i minori di quattordcici anni di tutte le nazionalità è stata abrogata, il risultato è che per i giovani che non hanno la nazionalità italiana sarà più complicato essere tesserati e partecipare alle competizioni sportive.
L’intento, forse, era quello nobile di fermare la tratta di baby giocatori nel nostro Paese ma il rischio è quello di non poter più tesserare giovanissimi stranieri la cui colpa è solo quella di amare il calcio e di vivere in Italia. Con l’entrata in vigore del nuovo decreto legislativo n. 36/2021, la legge n. 12 del 20/01/2016 (così detta dello Ius Soli Sportivo) è stata abrogata. Questa prevedeva, per i minori stranieri residenti in Italia, almeno dal loro decimo anno d’età, di potersi tesserare nelle società sportive con le stesse procedure previste per i loro coetanei italiani.
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