A cura di @perodatrent.
Leonid Bershidsky commenta su Bloomberg News uno studio commissionato dal governo federale tedesco a sociologi dell’università di Zurigo.
Gli studiosi hanno avuto accesso ai dati della polizia federale, che non erano stati resi pubblici, riguardanti i crimini commessi da persone richiedenti asilo negli anni 2015 e 2016.
Researchers asked for data that specifically concerned asylum applicants, both successful and unsuccessful, who had arrived in 2015 and 2016. The state police — in keeping with the unspoken taboo — hadn’t published such statistics, but they obliged the research team.
I dati, spiega Bershidsky, danno ragione a chi si oppone alle politiche di accoglienza, ma solo in parte. Gli episodi di crimine violento attribuiti a richiedenti asilo sono aumentati, ma la distribuzione non è uniforme. In proporzione sono molto più frequenti crimini violenti commessi da nordafricani che quelli commessi da siriani o afgani.
L’articolo discute i dati e le implicazioni per le politiche future. In particolare, l’autore sottolinea che i richiedenti asilo provenienti da zone di guerra siano più spesso nuclei familiari, che hanno più speranze di essere accolti come rifugiati.
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