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La lista di proscrizione in Ucraina

La lista di proscrizione in Ucraina

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(NdE: la segnalazione è di diciotto giorni fa e l’articolo di gennaio, nel frattempo alcuni fatti sono cambiati, per esempio è stata decretata una sospensione dei partiti filorussi in Ucraina)

Il Times a gennaio 2022 ha pubblicato un inchiesta sul sito ucraino Myrotvorets (“Il Pacificatore” in lingua ucraina).
Il sito, fondato dal politico ucraino George Tuka, è un database di persone sospettate di attività filo-russa, pubblicate con dati personali, fra cui indirizzi di casa, mail, numeri di telefono e account social.

Sfortunatamente [dice Tuka] non c’è nessuna legge qui che vieti i partiti o la narrativa filo-russa. Quindi, le persone che supportano queste narrazioni sono giustamente elencate su Myrotvorets.

Le fonti di informazione per il centro sono principalmente materiali pubblici pubblicati su Internet, pubblicazioni e altro. Inoltre, il centro utilizza le informazioni fornite dalle persone su base confidenziale. Secondo l’attuale legge ucraina, il centro non utilizza le informazioni contenute in ricorsi anonimi.
Le decisioni su chi inserire e chi no sono prese da un comitato segreto.
A metà 2019 il sito è arrivato a contenere i nomi di più di 187.000 persone:

Il sito web è stato creato nel 2014 dopo un incontro tra Tuka e un ex membro dei servizi segreti ucraini, la SBU, che ora gestisce il sito ed è conosciuto solo con lo pseudonimo di “Roman Zaitsev”. Tuka nega che ci siano finanziamenti statali per il sito o che sia controllato dalla SBU, insistendo sul fatto che l’elenco è stato creato per “ripulire” l’Ucraina dal sentimento e dall’attività filo-russa.

Anche se nega una connessione con i servizi segreti ucraini, ma è supportato da una parte della classe politica. Uno dei suoi sponsor è l’attuale consigliere ed ex viceministro degli Interni durante il governo filo-occidentale di Arseniy Yatsenyuk, Anton Herashchenko.

La lista nera include non solo criminali di guerra e agenti dell’FSB, il servizio di intelligence russo, ma anche il co-fondatore dei Pink Floyd Roger Waters, 76 anni, che è stato denunciato come una “minaccia alla sicurezza nazionale” nel 2018 dopo aver affermato che la Russia aveva più diritti in Crimea che in Ucraina. Svetlana Aleksievic, scrittrice bielorussa vincitrice del premio Nobel e critica del Cremlino, è stata inserita nella lista nera accusata di “incitamento alla divisione interetnica” dopo aver menzionato che alcuni ucraini di etnia ucraina hanno aiutato i nazisti a uccidere gli ebrei durante la seconda guerra mondiale

Le minacce ricevute dalla Aleksievic in seguito alla pubblicazione del suo nome sul sito del 2018 hanno portato alla di un incontro con i lettori al Teatro Verde di Odessa.
Ad altri è andata peggio:

Diversi omicidi si sono verificati pochi giorni dopo che le vittime sono apparse su Myrotvorets. Due ucraini filo-russi, il giornalista Oles Buzina e il politico Oleg Kalashnikov, sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco a Kiev nell’aprile 2015 poco dopo che Myrotvorets aveva pubblicato le loro informazioni personali, compresi gli indirizzi di casa.
“Non c’è alcun collegamento con i Myrotvorets e i loro omicidi”, ha detto Tuka. “Ma erano entrambi nemici dell’Ucraina. Non mi manca nessuno dei due”.

Di nessuno dei due omicidi si sono trovati colpevoli e mandanti, e i primi sospettati sono stati rilasciati.
Nel caso dell’omicidio Buzina la polizia ha dovuto ammettere che ha perso delle prove (identikit, intercettazioni di sospetti) relative al caso Buzina

Nel maggio 2016, – scrive il Kiyv Post – il sito web ha suscitato indignazione pubblicando i nomi di 4.500 giornalisti internazionali e ucraini che hanno ricevuto l’accredito stampa dai combattenti sostenuti dalla Russia che controllano parti dell’oblast’ orientale di Donetsk in Ucraina, accusandoli di “collaborare con i terroristi”.
Questa mossa ha suscitato aspre critiche all’organizzazione da parte della stampa internazionale, dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e Reporter senza Frontiere, che hanno sostenuto che avrebbe messo a rischio la vita dei giornalisti.

Fra di essi, aggiunto postumo con in sovraimpressione la scritta Liquidato il giornalista Andrea Rocchelli, ucciso da un colpo di mortaio sparato dall’esercito ucraino nel 2014 mentre documentava la guerra nel Dombass dal lato dei separatisti.

Nonostante gli appelli a chiudere il sito da parte di ONG, governi e dal commissario per i diritti umani dell’Ucraina Valeria Lutkovska il sito è ancora attivo e si è dedicato a raccogliere i nomi dei soldati russi sospettati di crimini.


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