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La lunga storia del ponte sul Ticino

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Filippo Del Drago e Marco Petrangeli su Strade&Autostrade ripercorrono le tappe “della progettazione e della costruzione di un’opera molto bella e di notevole contenuto tecnico, ma non scevra di ingenuità e scelte discutibili”: il ponte ad archi sul Ticino a Vigevano.

Il ponte sul Ticino a Vigevano è una storia che parte tanti anni fa. Vi fu un concorso di idee, o preliminare che dir si voglia, bandito nei primi anni 2000: Integra partecipò proponendo un classico bow string in acciaio da circa 200 m di luce. All’epoca non restò aggiudicataria dell’appalto ma in compenso, molti anni dopo – nel 2019 esattamente – è stata incaricata della progettazione dei lavori necessari a completare l’opera. Nel seguito verrà quindi trattata la storia della costruzione e le soluzioni adottate per portare a compimento quest’opera, che è indubbiamente grande e complessa. La costruzione del ponte sul Ticino inizia negli anni 2010; la soluzione scelta è molto bella ma non priva di debolezze. In pratica, il ponte è una lunga trave continua a cassone in c.a.p. (500 m circa) sostenuta per due campate centrali da due archi, anch’essi in c.a.p., di luce pari a 150 m ciascuno. La sezione dell’impalcato sulle campate di accesso è un doppio cassone di luce pari a 50 m circa. Sulle campate sospese ai due cassoni sono aggiunti due nasi laterali in calcestruzzo, solidarizzati mediante post-tensione trasversale, che servono per attaccare i pendini.

Tra modifiche in corso d’opera al progetto originale,  difficoltà nella costruzione dell’impalcato sospeso sul fiume, studi e simulazioni del deflusso del fiume, l’opera è andata avanti:

Da questa storia può sicuramente essere tratta una conclusione: se devi attraversare un alveo divagante come nel caso di specie e di molti altri fiumi italiani e non hai la possibilità di fissare (arginare) la sezione di deflusso è inutile fare luci importanti e luci secondarie, poiché potresti trovarti con il fiume che passa dove non ti aspettavi. In questi casi, una trave continua con luci ampie è generalmente la soluzione più semplice e sicura, altrimenti devi indovinare dove passerà il fiume nei decenni successivi ovvero si dovrebbe poter intervenire con più incisività nella regimentazione spondale: a volte sembra esserci un eccesso di prudenza misto a un pizzico di ipocrisia, dato che il nostro territorio è de facto totalmente antropizzato.

I lavori sul cantiere sono stati interrotti un’ultima volta nel 2019 e in seguito gli autori dell’articolo si sono aggiudicati il bando per il completamento dell’opera.
L’Informatore Vigevanese dà conto della prima  prova di carico del ponte avvenuta a novembre 2023, mentre TrasportoEuropa riferisce le difficoltà nel completamento delle strade di accesso.


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