Lo scorso 25 dicembre c’è stato un attentato a Nashville alla sede della AT&T, questo è stato il più clamoroso degli attentati ad antenne collegate alla tecnologia del 5G, sia negli USA che in Europa, in alcuni casi ci sono state anche minacce per i lavoratori delle compagnie telefoniche.
Leonardo Bianchi su valigia Blu ricorda che anche 100 anni fa esistevano timori analoghi e si attribuivano effetti perniciosi alle onde radio, poi col passare del tempo la paura si è trasferita su radiazioni, tralicci dell’elettricità, elettrodomestici sino a cellulari e Wi-Fi.
Le stesse argomentazioni, sfociate in alcuni casi in azioni dirette di danneggiamento, sono tornate in auge con l’implementazione di ogni nuova generazione di telefonia mobile – e dunque con la rete 3G, 4G e infine 5G, accusate pure di essere strumenti di sorveglianza occulta, o di lavaggio del cervello, in mano a potenti organizzazioni segrete.
Con l’inizio della pandemia si è avuto un salto di qualità: come in racconto dell’orrore una nuova tecnologia umana avrebbe scatenato o aggravato le malattie infettive. Ad alimentare e diffondere questa paura ci sono anche post di celebrità ed influencer nonché i servizi di Russia Today. Agli attivisti storici anti 5g si aggiungono i negazionisti del virus, gli antivaccinisti, estremisti di destra e sequaci di QAnon.
Insomma: come dice Josh Smith, ricercatore presso l’istituto demografico britannico Demos, il coronavirus “ha creato le condizioni ambientali ideali” per l’espansione di una teoria che ha la capacità di spalmarsi sull’intero spettro politico – dentro si può scorgere un vago messaggio anticapitalista, oppure una difesa libertaria della proprietà individuale – nonché quella di additare un colpevole per la situazione angosciante in cui siamo piombati da un quasi un anno a questa parte.
Però alla fin fine il punto è il nostro rapporto con la tecnologia che usiamo ma non capiamo e verso cui ci sentiamo impotenti
Ed è per questo che, molto probabilmente, sul tema aleggerà sempre un sospetto di fondo che nemmeno la scienza potrà fugare una volta per tutte.
Immagine da Giornale Radio
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