A cura di @reisleufer.
In 1939, the military was laughable. The Army’s own chief of staff, ranked it 19th in the world, one spot behind Portugal, in a report to the president.
Così George Catlett Marshall, capo di Stato Maggiore dell’esercito americano, descriveva lo stato delle forze armate della più grande economia al mondo all’alba della tempesta che si stava per scatenare in Europa.
Quattro anni dopo, l’America, dopo aver rifornito gli arsenali inglesi e sovietici, si preparava agli sbarchi in Italia, bombardava le industrie tedesche e iniziava la controffensiva nel Pacifico.
Ma com’è stato possibile questo? Un articolo di Motortrend</a> ne delinea gli aspetti principali. Motore della colossale mobilitazione americana furono le grandi fabbriche di auto come quelle di Ford e Chrysler, che passarono dal produrre auto al produrre carrarmati ed aerei in tempi brevissimi. Un’altro volano produttivo furono le fabbriche pagate dal governo come il Detroit Tank Arsenal, costruito a partire dall’ottobre 1940 e che consegnò il primo carro nell’aprile ’41, arrivando a produrne 896 nel dicembre ’41.
La stessa massiccia mobilitazione pubblico/privata si ebbe nel caso delle fabbriche di aerei e nel caso delle Liberty Ships, essenziali nel rifornire gli Alleati dei materiali necessari al combattimento.
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