A cura di @cocomeraio (modificato)
Sul New Yorker il giornalista Andrew Chen esprime dure critiche all’indagine di PropOrNot sulla proganda russa apparsa sul Washington Post.
Despite the impressive-looking diagrams and figures in its report, PropOrNot’s findings rest largely on innuendo and conspiracy thinking.
A far sorgere perplessità la mancanza dei dati grezzi (cosa che vale anche per le indagini di Iacoboni sulla rete del M5S) e l’anonimato assoluto del collettivo.
Attestare la veridicità delle informazioni reperibili su internet è un problema, altrettanto può esserlo l’elezione di Trump, ma è molto putiniano incolpare agenti esterni per i propri problemi.
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