Un interessante articolo di Mario Seminerio riassume una recente indagine di Bloomberg che mette in relazione fenomeni apparentemente eterogenei quali immigrazione, mercato immobiliare, produttività, inflazione e crescita del pil.
Sul rapporto tra immigrazione e sviluppo, l’articolo introduce anzitutto il concetto di “recessione pro capite”: in varie economie avanzate si è recentemente registrato un aumento del pil grazie all’immigrazione; ma se si guarda invece il pil pro capite si vede che esso si è ridotto per almeno due trimestri consecutivi.
Poi guardando alla produttività Seminerio osserva come sia fortemente calata in nazioni come il Canada che hanno avuto una massiccia immigrazione, tanto che l’autore si spinge a ipotizzare che il flusso in entrata di lavoratori a basso costo possa incidere sui processi aziendali e scoraggiare l’automazione.
Infine l’articolo tratta ampiamente il rapporto tra flussi migratori e penuria abitativa, con conseguente rincaro dei prezzi delle case e degli affitti (cosa che gonfia l’inflazione, che a sua volta induce le banche centrali a non allentare la politica monetaria).
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