A cura di @NedCuttle21(Ulm).
In un’intervista pubblicata su Il Tascabile, il caporedattore della rivista L’Ultimo Uomo, Emanuele Atturo, e la giornalista sportiva Silvia Galbiati discutono sul futuro del calcio femminile proponendo al contempo un’analisi sportiva, culturale, mediatica e politico-sociale del mondiale francese appena disputato e conclusosi con la vittoria degli Stati Uniti.
Il calcio femminile non è più “brutto” di quello maschile, è soltanto diverso. Nel corso di questo Mondiale abbiamo assistito a partite piacevoli e meno piacevoli, abbiamo ammirato squadre tattiche e squadre più fisiche, sono state messe in campo idee di gioco chiare e meno chiare, anche figlie di una maturità di squadra che ancora deve crescere. Tutto ciò che normalmente vediamo in un campionato di calcio maschile, tra Nazionali più pronte e meno pronte. Ci sono certamente alcune differenze fondamentali, derivate dalle caratteristiche fisiche oggettivamente diverse tra uomini e donne, quelle che hanno portato ad esempio ad abbassare la rete nel volley femminile. Non un gesto antifemminista, ma una scelta a favore dello spettacolo.
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