Mentre gran parte dell’Europa occidentale stende tappeti rossi per Pechino, Bucarest ha deciso per un approccio più inflessibile: non solo la Romania ha cacciato la Cina da settori strategici come l’energia nucleare e le telecomunicazioni, ma lo scorso mese ha anche cancellato l’incontro con il presidente Xi Jinping nonostante le intimidazioni diplomatiche di Pechino.
Xi Jinping ha reso l’Europa dell’est una priorità strategica nel tentativo di costituire un’influenza attraverso investimenti relativi alla Belt an Road Initiative, ma la prepotenza della Cina si sta rivelando controproducente per le sue imprese in Romania: un accordo con la China General Nuclear Power Corporation per ricostruire due reattori della centrale nucleare di Cernavodă è stato respinto in favore di imprese francesi e statunitensi, e Huawei è stata bandita dalla rete 5G dall’allora primo ministro Ludovic Orban per motivi di sicurezza.
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