un sito di notizie, fatto dai commentatori

La scienza è in crisi di fiducia?

0 commenti

C’è una convinzione diffusa secondo cui la fiducia nella scienza starebbe crollando, un’idea rafforzata da dibattiti accesi sui social media e da titoli allarmistici sui giornali.

Ce ne parla un articolo dal titolo “La scienza è in crisi di fiducia? Non quanto pensavamo” pubblicato su Il BoLive

La giornalista Anna Cortelazzo analizza un articolo originariamente pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour, nel quale, tramite uno studio che ha coinvolto oltre 71.000 persone in 68 paesi, rappresentando il 79% della popolazione mondiale, si analizza la diffusa sensazione che, nel mondo attuale, le persone non si fidino più della scienza come negli anni passati.

Il risultato emerso non è una caduta libera della fiducia, ma un quadro sfumato in cui la maggioranza continua a ritenere gli scienziati competenti e meritevoli di credito.

Gli autori hanno usato un sondaggio strutturato, con domande pensate per misurare quattro aspetti della fiducia: competenza, integrità, benevolenza e apertura. Le risposte sono state raccolte su una scala a cinque punti e i campioni sono stati ponderati per rendere i dati rappresentativi per età, genere e istruzione. Questo approccio permette di andare oltre impressioni e aneddoti: offre una fotografia ampia e comparabile tra paesi diversi, utile per capire tendenze reali e non solo scalpore mediatico. Nel complesso le persone interrogate attribuiscono agli scienziati un giudizio positivo: la media si colloca su valori che indicano fiducia più che sfiducia. Una larga parte del campione considera gli scienziati preparati e dotati di competenze, mentre una quota minore ma significativa esprime riserve sull’onestà o sulle intenzioni.

L’Italia, nel confronto internazionale, si colloca tra i paesi con livelli di fiducia più bassi, ma non si tratta di un crollo generalizzato: il panorama mondiale mostra invece molte variazioni locali.

La fiducia nella scienza è importante per affrontare le sfide globali nel modo più razionale possibile e migliorare quindi la qualità della vita delle persone. Dalla sicurezza alimentare alla gestione delle risorse naturali, passando per le innovazioni tecnologiche e la protezione dell’ambiente, la scienza fornisce strumenti fondamentali per prendere decisioni informate e basate su prove concrete.

La fiducia non è distribuita uniformemente. Europa occidentale e Nordamerica tendono a mostrare valori più alti, mentre alcuni paesi dell’ex blocco sovietico riportano fiducia più bassa. Elementi sorprendenti emergono da Africa e America Latina, dove in diversi casi i livelli di fiducia sono paragonabili a quelli occidentali. Dal punto di vista demografico, più fiducia viene espressa da donne, persone più anziane, chi ha un livello di istruzione più elevato e chi vive in aree urbane. Le opinioni politiche e il rapporto con la religiosità condizionano la percezione della scienza in modi che variano molto a seconda del contesto nazionale.

Una parte consistente degli intervistati ritiene che gli scienziati dovrebbero partecipare di più al dibattito pubblico e alle decisioni politiche. Allo stesso tempo viene ribadita l’importanza di una comunicazione chiara e accessibile: non è sufficiente produrre conoscenza, serve renderla comprensibile a chi non la cerca spontaneamente. In molti paesi si percepisce che la ricerca sia troppo orientata a scopi militari e che sarebbe preferibile concentrare risorse su ambiente e salute; questi orientamenti influenzano la fiducia e le aspettative verso la comunità scientifica.

Infine, il rapporto tra religione e fiducia nella scienza è più complesso di quanto si credeva: un tempo, infatti, si associava una certa superstizione alla fede religiosa, superstizione che risultava incompatibile con la scienza, mentre il panorama è molto più variegato: nei paesi a maggioranza musulmana, la scienza è generalmente considerata compatibile con la religione, mentre nei paesi cristiani le opinioni sono diverse tra di loro, con alcune comunità che vedono la scienza come in contrasto con le credenze religiose e altre che non si fanno influenzare su questo punto.

Lo studio fornisce un quadro più sfumato e meno allarmistico rispetto all’idea diffusa di una crisi di fiducia nella scienza, mettendo in luce differenze nazionali e demografiche utili per orientare comunicazione e politiche pubbliche.

 

 

 


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.