Renato Scarfi su Difesa Online parla della strategia militare marittima cinese e di come questa sia diversa sia dall’approccio russo sia da quello statunitense.
La comprensione della strategia marittima di Pechino non può prescindere dalla conoscenza dei variegati e importanti interessi che gravitano davanti alle coste cinesi. La Repubblica Popolare della Cina già da qualche tempo ha, infatti, messo in atto una vasta offensiva diplomatica, supportata dallo strumento militare marittimo, per le sue rivendicazioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale (v. articolo). Pechino, infatti, ritiene che circa il 90% di quell’area sia da considerare come territorio cinese. I motivi sono principalmente economici, dato che su quel tratto di mare transitano circa l’80% delle sue importazioni di energia e il 30% del commercio marittimo mondiale, che sotto le sue acque si trova quasi il 10% del pescato a livello mondiale e che i suoi fondali custodiscono un’enorme quantità di gas naturale e di petrolio.
Parte essenziale di questa politica è la militarizzazione e la fortificazione di atolli disabitati del Mar Cinese Meridionale, contesi tra Pechino ed altre nazioni dell’area. Ne parla anche Marco Leofrigio su Analisi Difesa.
Immagine da Public Domain Archive
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