A cura di @unit (modificato).
A novembre 2017 Ikea Italia licenziò una lavoratrice, madre di un bambino disabile, accusandola di ripetute assenze e gravi atti di insubordinazione. Data la delicata situazione familiare della lavoratrice in seguito al licenziamento scoppiò un caso a livello nazionale, e il sindacato Filcams Cgil indisse uno sciopero, accusando l’azienda di non tenere conto delle esigenze personali dei dipendenti e chiedendo il ritiro di un licenziamento ritenuto lesivo dei diritti della lavoratrice, che a sua volta presentò ricorso per ottenere il reintegro e un risarcimento per licenziamento discriminatorio.
Come riporta un articolo del Corriere della Sera, ieri 3 aprile il giudice ha respinto il ricorso:
Per il giudice che ha analizzato il ricorso, i comportamenti dell’ex dipendente sono stati «di gravità tali da ledere il rapporto fiduciario tra datore di lavoro e lavoratore e consentono l’adozione del provvedimento disciplinare espulsivo».
Col sostegno della Filcams Cgil, la lavoratrice presenterà un ulteriore ricorso e il Partito Democratico ha richiesto un’interrogazione parlamentare in merito.
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