Nell’articolo del New York Times dal titolo The other Naples, not seen on Instagram (€ — alt) la giornalista Emma Bubola scrive del paradosso che sta vivendo Napoli negli ultimi tempi: così attrattiva per i turisti stranieri così scoraggiante per chi ci vive.
Dopo la pandemia, Napoli è diventata una sensazione su Instagram. Il turismo è aumentato, soprattutto tra gli stranieri.
La modella Emily Ratajkowski ha posato per le foto con la maglia del Napoli. Innumerevoli post su Instagram mostrano anziani con abbronzature coriacee, petti tatuati, trucco pesante e crocifissi sotto il sole cocente dell’estate. Charli XCX ha cantato di queste immagini nella canzone “Everything is Romantic”. Tutto ha contribuito a costruire un’immagine seducente di Napoli che ha attratto schiere di millennial.
Ma se la vistosa decadenza di Napoli fa furore sui social la città sta allo stesso tempo vivendo un degrado molto meno romantico, duraturo e crudo che sta inghiottendo i giovani dei quartieri più poveri.
L’articolo è un’istantanea sul contrasto a tinte forti tra il successo turistico, esploso grazie non solo ai social ma pure ai romanzi di Elena Ferrante (e la relativa serie prodotta da HBO), ai film di Paolo Sorrentino e a serie come “Gomorra”, e la cruda realtà di ragazzi che, quando non riescono ad andar via, sono costretti a barcamenarsi tra lavori in nero e l’ombra soffocante della criminalità.
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