A cura di @NedCuttle21(Ulm).
In un’intervista a cura di Nicola Parolini pubblicata su MaddMaths!, la referente nazionale di Matematica Senza Frontiere Annamaria Gilberti spiega l’importanza della omonima competizione, il cui carattere inclusivo e spesso ludico, favorendo la crescita negli studenti di un produttivo spirito collaborativo, e liberandoli al contempo dall’ansia della prestazione, costituirebbe per i docenti un modello da estendere alla didattica affinché questa possa risultare più coinvolgente e perciò davvero proficua. L’intervista si chiude col ricordo da parte della Professoressa Gilberti di uno stimolante commento fatto a suo tempo da Laura Angelini, collaboratrice di Matematica Senza Frontiere con esperienze di docenza in tutt’altro campo.
Abbattere le riserve nei confronti della Matematica è un impegno civico e morale sia nei confronti del singolo bambino, pur giovane cittadino, sia per i cittadini di ogni età. Convinzione comune, oramai consolidata, è che l’affrontare problemi sia una strategia vincente tanto che già nella Premessa dei programmi italiani dei “nuovi” licei, sottoscritti dalla Commissione degli Alleati dopo la seconda guerra mondiale, c’è l’indicazione che la Matematica debba essere insegnata per problemi. Un altro punto di forza è il lavorare in gruppo perché il gruppo, se ben guidato, è ambiente di rassicurazione, di stimolo, di sfida, di cooperazione, di confronto e di sostegno reciproco. La fusione di questi due elementi fu alla base dell’ideazione della competizione di Mathématiques Sans Frontières, nata per la scuola superiore nel 1989 in Alsazia del Nord.
Immagine da Wikimedia.
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