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Le parole di odio tollerate da Facebook (e dalla politica)

Le parole di odio tollerate da Facebook (e dalla politica)

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A cura di @NedCuttle21(Ulm).

In un articolo pubblicato su Valigia Blu, Arianna Ciccone sostiene che Facebook non giudichi con la dovuta attenzione ed equità i contenuti dei post e anzi offra spesso esempi di disparità di trattamento, il quale risulterebbe essere più rigido nei confronti dei cittadini comuni e più docile verso i rappresentati delle istituzioni.

Sarà stato un momento di debolezza, di solito sono molto abili a diffondere e istigare odio, aggirando palesemente le policy dei social, ammantando i messaggi di aggressività passiva, mentre si mettono alla gogna cittadini, mentre si minaccia, si diffondono false informazioni sui migranti e messaggi subdolamente razzisti, con tanto di “bacioni e amici”. Stavolta non ce l’ha fatta. Il messaggio voleva essere chiaro, non dovevano esserci margini per possibili fraintendimenti. Non sia mai avessimo inteso che con l’espressione “siamo armati” intendesse armati di idee e passione politica. Per evitare qualsiasi equivoco la foto (che risale al 2018) parla chiaro: il “Capitano” (come chiama il suo datore di lavoro) imbraccia una mitragliatrice.


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