Niccolò Amelii su Scenari riflette circa la figura dell’intellettuale e il suo rapporto con la cultura egemonica a partire dal pensiero articolato da Gramsci e da altre esperienze del marxismo italiano, come Il Politecnico. Attorno a questa rivista ruota un dibattito svoltosi nel 1946 che può risultare ancora interessante:
Per sviluppare una riflessione critica sul complesso rapporto tra indipendenza e autonomia intellettuale e affiliazione politica e partitica nei primi anni del Secondo Dopoguerra, che per quanto breve eviti di scadere nell’approssimazione, è utile prendere a modello paradigmatico il celebre dibattito tra Vittorini, Togliatti ed altri esponenti del Pci maturato sulle pagine del “Politecnico” sul finire del 1946. […] Per contestualizzare meglio la situazione di partenza, bisogna partire dal presupposto che “Il Politecnico” viene inizialmente patrocinato dal Pci di Togliatti, all’interno di una strategia postbellica che prevede la cooptazione nel raggio d’azione del partito degli intellettuali protagonisti della Resistenza, l’istituzione del Fronte della cultura e l’allargamento della propria egemonia ideologica attraverso un profondo lavoro di persuasione e propaganda pubblica da svolgersi sui giornali e sulle riviste affiliate o vicine al partito.
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