A cura di @Ben Reilly.
Il 20 Dicembre 2017, all’età di 95 anni, si è spento Kenichi Yamamoto. Sebbene pochi riconoscano questo nome, Yamamoto è una leggenda dell’industria automobilistica giapponese e mondiale. Japanese Nostalgic Car e Jalopnik dedicano a questo importante personaggio due lunghi articoli ricchi di curiosità.
Cresciuto a Hiroshima, si laureò a Tokyo e trovò lavoro presso la Kawanishi Aircraft Company. Dopo aver perso la casa della sua infanzia e la sorella minore nell’esplosione dell’ordigno nucleare dell’agosto 1945, decide rientrare nella devastata città di Hiroshima e trova impiego presso il piccolo costruttore di trasmissioni Toyo Kogyo, che poi diventerà Mazda.
Qui, agli esordi della sua carriera, grazie alla sua Cosmo e alla convinzione nello sviluppare il motore rotativo (il Wankel) per autotrazione, assicurò alla nascente Mazda il supporto del Minisitero dell’Industria e del Commercio Internazionale, dando così un futuro indipendente al piccolo Costruttore di Hiroshima.
The Ministry of International Trade and Industry directed Japan’s economic development in the postwar period. Its agenda specified that Toyota, Nissan and Isuzu – not Toyo Kogyo – were to be Japan’s carmakers. Those companies not on the A-list were vulnerable because, without MITI’s support, bank financing would be iffy if not impossible to obtain.
So Yamamoto’s rotary engine became a showcase. See what good technology we have, he and Matsuda argued. The Mazda brand stands for good engineering. We deserve a chance. Don’t let this brand die.
Più avanti difese strenuamente la validità di uno dei più “stravaganti” e meno efficienti motori mai installati su automobili prodotte in massa, con tanta passione e perseveranza da far guadagnare al team di sviluppo del motore Wankel il soprannome “47 Ronin”, fino a portare il motore rotativo al successo commerciale e sportivo e a renderlo un simbolo per Mazda, unico costruttore al mondo a riuscire in un’impresa in cui anche i più grandi avevano fallito.
I am proud to be an engineer. I am happy being a romanticist. I consider it the greatest honor to have taken part in the development of Mazda’s rotary engine, which, to my colleagues at Mazda and to me, symbolized the magnificent union of technology and romance that took place in the latter half of the [twentieth] century.
Infine, dopo aver assunto il ruolo di presidente di Mazda e di presidente del consiglio di amministrazione, aiuto il gaijin Bob Hall a portare alla luce il progetto “Duo 101”, poi divenuto noto al mondo come Mazda MX5, un’icona il cui successo continua ancora oggi dopo 4 generazioni di modelli e ormai 28 anni di produzione.
Yamamoto lascerà infine Mazda nel 1992, in un periodo difficile per il marchio e di recessione di tutta l’industria automobilistica giapponese, ma solo dopo aver di cambiato le sorti del costruttore giapponese, dell’automobilismo mondiale e della cultura legata al mondo dell’automobile.
Immagine da WikiMedia.
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