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Noi e il mare

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Paolo Comandini e Alberto Barausse per il BoLive riflettono sugli ambienti costieri e sulla loro importanza.

Tutti noi, in modi diversi, interagiamo con gli ambienti costieri: turisti, amanti del riposo in riva al mare, appassionati pescatori, diportisti, lavoratori del turismo balneare, ricercatori, politici e la lista potrebbe continuare. Tutti noi quindi abbiamo il potere e di conseguenza la responsabilità (Ben Parker, 1962) di dare il nostro contributo alla conservazione di questi ambienti così delicati e, come spiegheremo, così importanti per l’umanità. I semplici comportamenti di cui ci possiamo rendere protagonisti ogni giorno possono infatti fare la differenza: ad esempio raccogliere l’immondizia che produciamo quando andiamo in spiaggia, evitare di calpestare la vegetazione spontanea che cresce sulle dune, non raccogliere fauna e flora selvatica, sono solo alcune delle piccole azioni che possiamo fare per contribuire a proteggere gli ambienti costieri dalle tante minacce che incombono su di loro. Ma quali sono queste minacce?

Le zone costiere, pur rappresentando meno del 15% della superficie terrestre, ospitano più della metà della popolazione mondiale.

Gli ecosistemi costieri, nella loro grande variabilità, contribuiscono infatti in maniera diretta e indiretta alla vita, benessere e cultura delle persone che vivono nelle zone costiere, oltre a rappresentare un’importante fonte di reddito per gli operatori di importanti settori economici come turismo e pesca.

Questi ambienti sono minacciati dall’innalzamento del livello del mare e dalle attività umane come costruzioni, inquinamento e tecniche di pesca invasive. La comunità scientifica e le politiche europee promuovono il ripristino ecologico degli ambienti costieri per proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici.

Già da decenni la comunità scientifica ha denunciato la rapida e diffusa perdita di habitat costieri (Loss, status and trends for coastal marine habitats of Europe. Oceanography and Marine Biology: An Annual Review – Airoldi & Beck, 2007) e la necessità di misure che permettano di invertire questa tendenza: una preoccupante superficie di ambienti costieri viene persa o degradata ogni anno a causa delle interazioni spesso sinergiche fra le diverse minacce antropiche.

L’articolo presenta anche un cartone animato sulle dune sviluppato all’interno del progetto di Terza Missione “Comunicare la sostenibilità e la biodiversità: un approccio multidisciplinare”, coordinato dal dipartimento di Biologia dell’Università di Padova.

Il sito BiologiaMarina invece pubblica un articolo che descrive la vegetazione degli ambienti dunali:

Nel 1934 Raunkiaer propose un modello per la classificazione delle forme viventi responsabili della produzione primaria. Suddivise le fanerofite (phanerophytes) in quattro classi distinte (nano-, micro-, meso-, mega-fanerofite), e utilizzò come elemento di distinzione l’altezza raggiunta dalle piante. Si trattò di un primo tentativo atto a classificare e anche a valutare l’entità della produzione primaria in ambienti differenti. Nei sistemi dunali le piante che colonizzano le dune, soprattutto quelle mature e che hanno avuto la possibilità di evolversi, appartengono a numerose specie, e possono formare praterie e/o boscaglie più o meno aperte. Ma cerchiamo brevemente di descrivere, ambiente per ambiente, le caratteristiche vegetazionali (fitosociologiche, questo termine ha in realtà un significato più vasto che esula dagli scopi di questo scritto) tipiche delle nostre spiagge.

Infine l’ISPRA presenta un lavoro intitolato “Lineamenti di geomorfologia costiera”, di Giancarlo Bovina e Laura Sinapi, nel quale si classificano le coste, si spiega la morfologia delle spiagge, si definice il bilancio costiero e si definiscono l’importanza delle dune e le cause della loro scomparsa:

Le cause della scomparsa delle dune
Fattori naturali:
• Mareggiate eccezionali (ma è il momento in cui le dune svolgono il già detto ruolo di riserve di sabbia e di barriere morfologiche contro le inondazioni);

Fattori antropici
• erosione costiera determinata dall’alterazione dei regimi del trasporto sedimentario nel bacino idrografico e lungo costa
• Antropizzazione:
• strutture turistiche (impermeabilizzazioni, pulizie meccanizzate, calpestio, nel migliore dei casi)
• Infrastrutture
• apertura di cave per l’estrazione delle sabbie


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