A cura di @NedCuttle21(Ulm).
In un articolo pubblicato su Rivista Studio, Silvia Schirinzi parla dei saldi e di come è cambiato nel tempo il rapporto tra consumatori e offerte commerciali.
Fino a non troppo tempo fa, alcuni se lo ricordano ancora, le pubblicità erano piuttosto oneste nel volerci vendere nuove possibilità di riprogrammare noi stessi, in particolar modo allo scoccare del nuovo anno e in vista dei saldi. I buoni propositi, infatti, si sono sempre sposati benissimo con gli sconti: un nuovo completo per fare ginnastica (per il work-out, diremmo oggi), l’abbonamento per la palestra in promozione, un nuovo paio di sneakers, un trattamento di bellezza per riprendersi dallo stress delle feste: tutto può diventare irrinunciabile nel più classico dei riti propiziatori da primo dell’anno. Ha scritto recentemente Amanda Mull sull’Atlantic che «con le risoluzioni del nuovo anno, la mercificazione dell’inadeguatezza può essere esplicita in un modo che potrebbe sembrare scortese durante la maggior parte dell’anno, e il messaggio è chiaro: hai del lavoro da fare e queste aziende hanno alcuni prodotti che potrebbero fare al caso tuo».
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