A cura di @G. Bon.
Come riporta un articolo del Corriere del Veneto, la Rigoni di Asiago, che produce marmellate, ha acquistato terreni in Bulgaria per coltivare piante da piccoli frutti (more, fragole, lamponi). La terra c’è ma dicono di non trovare lavoratori per raccogliere il prodotto.
«I nostri li paghiamo, in perfetta regola, 13 euro al giorno (lo stipendio di un operaio è di 300 euro circa, ndr). Ma accettando il ‘nero’ dei concorrenti – prosegue Bernardi – ne intascano 15, e restando nel sommerso non perdono il sussidio di disoccupazione, praticamente perpetuo, che va dai 5 ai 7 euro al giorno». Lo sforzo costante e paziente è stato perciò di fidelizzare negli anni ogni singolo raccoglitore, assieme a quello di tarare il mix di produzioni per evitare che le finestre di maturazione non confliggano troppo con i tempi di altre specie agricole. Reperire manodopera dai Paesi confinanti è impensabile per i livelli retributivi ovunque migliori. Idem per l’immigrazione da altri continenti, data la rigidità delle politiche nazionali bulgare sul tema
Il graduale spopolamento del paese non aiuta: dei 7 milioni di abitanti, più della metà vive all’estero, mentre un milione e mezzo vive a Sofia.
Immagine da Wikimedia.
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