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Pensavo fosse un’AGI e invece era un’API

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Dopo gli Usa, TikTok è entrata nel mirino delle istituzioni Ue. Prima era arrivata la decisione della Commissione europea: app sospesa dai dispositivi di lavoro dei dipendenti dell’esecutivo europeo (e dai telefoni personali ma in realtà autorizzati ad accedere ad applicazioni di lavoro). “Per proteggere i dati della Commissione e aumentare la sua sicurezza informatica, il corporate management board della Commissione europea ha deciso di sospendere l’applicazione TikTok sui dispositivi aziendali e sui dispositivi personali registrati per accedere ai servizi mobili della Commissione”, si legge nella comunicazione del 23 febbraio (via Euractiv). I dipendenti dovranno adeguarsi entro il 15 marzo. “Si tratta – scrive Wired Italia – dell’ultima stretta delle istituzioni occidentali contro TikTok e la prima misura assunta contro il social cinese dall’Unione europea e in Unione europea, dopo che i commissari europei per la giustizia, la trasparenza, la concorrenza e gli affari interni hanno avvertito Shou Zi Chew, amministratore delegato dell’app, di rispettare appieno il Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr)”. Alla Commissione si era poi aggiunto anche il servizio diplomatico dell’Ue (EEAS).

In un precedente incontro di gennaio tra i commissari e l’ad di TikTok, Shou Zi Chew, si sarebbe infatti discusso dell’adeguamento del social alle leggi europee sulla protezione dei dati degli utenti (vedi Gdpr) e sul mercato digitale. Il che però rende il quadro un po’ confuso, mescolando Gdpr e protezione dei dati degli utenti in generale e rischi di sicurezza di tipo geopolitico (rischio di spionaggio su figure particolarmente in vista).
Negli Stati Uniti TikTok è stato recentemente vietato sui dispositivi governativi a livello statale e federale, decisione poi seguita dal Canada. Sebbene nessun governo europeo abbia ancora ricalcato precisamente le orme statunitensi, ai funzionari olandesi è stato sconsigliato l’uso dell’app cinese.

Va ricordato che a dicembre un’indagine interna alla società madre di TikTok, ByteDance, aveva confermato alcune rivelazioni giornalistiche, ovvero che diversi dipendenti avevano avuto accesso ai dati di TikTok di alcuni giornalisti statunitensi e di un “piccolo numero” di altre persone a loro collegate.

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