A cura di @MBfacundo.
Il voyerismo, certo, l’etica e l’estetica; però anche il nostro rapporto con la paura e la speranza. Il dibattito sulla foto più potente dell’Undici settembre.
Di tutti i 2606 morti dell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 le immagini più forti e controverse sono arrivate da quanto decisero di lanciarsi nel vuoto, i cosiddetti “Jumpers”.
L’immagine più celebre è una fotografia scattata da Richard Drew per l’Associated Press e ribattezzata “The Falling Man”: inizialmente pubblicata a pagina 7 del New York Times il giorno dopo l’attentato, quell’immagine avrebbe ispirato un infinito dibattito mediatico, sia sull’opportunità di pubblicarla sia sull’identità del soggetto.
11.09.2001. The #fallingman . fot. Richard Drew … #911Anniversary pic.twitter.com/Qk8VRBr8yH
— Souaihia Hamed (@souaihia) September 11, 2017
In questo articolo Rivista Studio approfondisce la storia successiva alla pubblicazione della foto, in particolare la ricerca dell’identità del “Falling Man”.
Da segnalare inoltre che nel 2016 Esquire ha pubblicato un esaustivo longread di Tom Junod, una delle migliori firme della testata, dove si sofferma non solo sulle questioni che quell’immagine solleva sull’etica giornalistica e il nostro rapporto col voyeurismo, ma anche su ciò che quella fotografia -e tutte le reazioni che ha suscitato- racconta sull’elaborazione del lutto, sia tra le famiglie delle vittime che tra il pubblico più ampio, e sulla necessità, molto umana, di attribuire un significato alla morte o agli ultimi istanti di una vita.
Immagine da Wikimedia Commons.
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