Su suggerimento di @N E O V I O L E N C E.
Una recensione sul libro-inchiesta di Loris Campetti, con storie che raccontano di pressioni aziendali e della perdita di incisività dei sindacati.
“Campetti, per anni giornalista del Manifesto, da una vita fa inchiesta, narrando, da una parte all’altra della penisola, il lavoro al tempo della grande trasformazione neoliberista. È stato tra i pochi giornalisti italiani che al referendum voluto da Marchionne a Pomigliano ha messo il dito nella piaga mostrando come il piano Fiat non fosse altro che un furto di dignità ai danni della comunità operaia; da lì sarebbe passata una strategia autoritaria estesa a ogni altra attività, senza distinzione di generi o segmenti produttivi. In quest’ottica, la lotta dei “disobbedienti” della Fiom – isolati oltre che dai media nazionali anche dagli autoreferenziali vertici della Cgil – costituiva un monito e, allo stesso tempo, una lezione di libertà. I provvedimenti governativi degli ultimi anni – da quelli della Fornero sulle pensioni al Jobs Act di Renzi – sono andati tutti in direzione della linea autoritaria tracciata da Marchionne e fatta propria dal sindacalismo corporativo e dall’ala più moderata della sinistra.”
Immagine by Plinio Nomellini [Public domain], via Wikimedia Commons
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