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Prima i pirati, ora i supermercati

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Su suggerimento di @GiMa.

The Towner ci porta in un «amarcord psicogeografico tra gli spazi occupati a Roma che non esistono più».

Negli anni di maggior espansione del fenomeno – all’incirca la metà degli anni ’90 – Roma contava una trentina di spazi occupati, la maggior parte dei quali si riconosceva nella nota formula CSOA, “centro sociale occupato autogestito”. Era la città con più centri sociali d’Italia, e da quell’esperienza sarebbero nati percorsi di notevole impatto non solo sulla politica e la cultura, ma sull’intero immaginario romano

Il post mette insieme centri sociali di anni diversi, e quindi centri con finalità, modalità e storie del tutto diverse, a cui forse sarebbe da dedicare qualche commento in più.

Immagine di Luciano, CC BY 2.0, da Wikimedia Commons.


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