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Roma ha bisogno di idee più che di nomi e autocandidati

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Su Internazionale, le riflessioni politiche di Alessandro Calvi sulle elezioni amministrative che si terranno a Roma nella primavera del 2021.

Considerate le condizioni in cui si trova, si potrebbe pensare che Roma negli ultimi dieci anni non sia stata governata. Tuttavia, immaginare una città abbandonata a se stessa da un potere letargico e mai all’altezza significa purtroppo essere molto ottimisti. Roma, infatti, in questi anni è stata governata. Ed è stata governata piuttosto male, chiunque sedesse in Campidoglio.

Così, oggi nessuno può dirsi innocente. Non può farlo la destra, protagonista con Gianni Alemanno di anni tra i più oscuri per la capitale, inaugurati con lo sfregio dei saluti romani sullo scalone michelangiolesco del palazzo Senatorio. Non può farlo un Partito democratico incapace di tutto se non di regalare in modo farsesco la città a Virginia Raggi. Non possono farlo i cinquestelle che hanno precipitato la capitale in un abisso di nulla.

Neppure i romani possono dirsi innocenti poiché i loro ultimi sindaci se li sono votati. Nella primavera del 2021 dovranno farlo di nuovo. Siamo ancora alle schermaglie iniziali, certo. Tuttavia, stando a ciò che s’è visto finora, il rischio che la città vada incontro a un nuovo disastro non è da sottovalutare.

Immagine di Jens Junge da Pixabay 

 

 


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