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Sentinelle di biodiversità

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Su BioScience, un articolo scientifico sul connubio biodiversità e cimiteri.

Stagione quieta, tempo di adii,
fiocchi di neve avvolgono i vivi quanto i morti.
Questo è l’inverno.

Ma con l’albeggiare della primavera ecco il ritorno.
Cautamente fiori di giglio
si affacciano sopra il manto della natura.
E così la vita ricomincia.

Il lavoro, a firma Cheryl Lyn Dybas, incomincia con una descrizione di una visita al cimitero, e del gran numero di animali e piante che trovano rifugio in queste isole di pace in mezzo alla città. In Occidente, l’idea di un cimitero che potesse interagire e fondersi con la natura fu sperimentata compiutamente per la prima volta in epoca napoleonica (1804), col cimitero di Père-Lachaise.

I ricercatori nel tempo si sono accorti che la sacralità dei cimiteri non accoglievano solo i copri dei nostri cari, ma anche degli habitat unici:

Stuart Pimm, fondatore dell’organizzazione internazionale per la conservazione della natura Saving Nature ed ecologo della Duke University, afferma che «gli habitat piccoli ma protetti come i cimiteri sono rifugi vitali per molte specie. Permettono, ad esempio, di “fare scalo” agli uccelli migratori. Spesso sono luoghi verdi e frondosi in mezzo agli ambienti urbani. Questi ecosistemi cimiteriali sono rigorosamente protetti perché sono sacri».

Queste considerazioni non sono valide solo negli Stati Uniti, ma in molti luoghi del mondo che hanno subito cambiamenti con la modernità (per esempio le praterie incolte in Europa orientale e Asia, in larga parte eliminate da sviluppi urbani e di agricoltura, hanno similmente “trovato rifugio” nei cimiteri locali).

Gli studi sul tema sono sfaccettati:

In un altro studio di Green-Wood, i ricercatori hanno condotto una valutazione delle isole di arbusti e alberi, che i biologi chiamano «baie». Questi isolotti di vegetazione non falciata crescono sotto piccoli arbusti e alberi. Sono importanti risorse per le specie di insetti e sostengono piante autoctone e uno strato organico senza lombrichi.

Se la biodiversità nei cimiteri è stato un dono che abbiamo ricevuto per lungimiranza ma anche per caso dai nostri antenati, oggi è più chiara la specificità dell’habitat cimiteriale. I ricercatori invitano le autorità cittadine a prestare particolare attenzione ai rischi, soprattutto specie invasive:

Per rallentare o arrestare l’invasione di piante alloctone, i biologi raccomandano alle autorità e agli amministratori di cercare opportunità per mantenere o migliorare la biodiversità e il funzionamento dell’ecosistema negli habitat all’interno e intorno ai cimiteri.

Su The New York Times, una riflessione su le nuove direzioni nella gestione del verde nei cimiteri, unendo l’attenzione al carattere solenne dei luoghi con gli sforzi di ripristino naturale.

 


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