Su Lettera 43, Massimo Del Papa recensisce Start, l’ultimo album di Luciano Ligabue.
Ma perché lo chiamano rocker? Rocker di Correggio? Quando mai Ligabue ha fatto il rock? Quello suo è un pop con nostalgie folk, stradaiole, comunque leggero, fruibile, innocuo. Da sempre, da subito. Uno, “il Liga”, che, in modo abbastanza misterioso, ha galleggiato trent’anni, inaffondabile, impermeabile a critiche anche fondate – le canzoni tutte uguali dai due accordi tutti uguali, il modo di cantare forzato e sforzato, detto del “ve-ve-ve”, un immaginario correggese un po’ stucchevole, da bar Mario, e ci si vedeva la risposta alter-padana al Roxy Bar di Vasco Rossi, una versatilità più quantitativa che altro fra musica, cinema, conati poetici. Eppure sempre in sella, soprattutto nei concerti, vere distese di gente malgrado l’appeal declinante dei dischi.
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