A cura di @werner58.
“Mizrahi” è il nome degli ebrei nati nel Medio Oriente, nelle nazioni a maggioranza araba, e dei loro discendenti in Israele. Raggiunsero in varie ondate lo Stato ebraico fra gli anni ’40 e ’70, e pur beneficiando di varie iniziative per l’accoglienza dei rifugiati subirono a lungo il razzismo dei loro compatrioti ashkenaziti, ovvero di ascendenze est-europee, che espressero gran parte dell’élite israeliana dei primi decenni. Oggi costituiscono un blocco sempre più importante culturalmente, politicamente e numericamente; e secondo Matti Friedman di Tablet Magazine c’è almeno una battaglia in cui hanno già ottenuto una vittoria schiacciante: quella della musica pop.
La musica Mizrahi è mediorientale e fiera di esserlo: pasticciando arabo ed ebraico su armonie non troppo diverse da quanto si può ascoltare a Beirut e Tunisi, le star di questo genere hanno creato una specie di country ebraico, che canta con pochi imbarazzi di famiglia, Dio, belle ragazze, amori improvvisi, feste in spiaggia e molto più gay pride di quanto ci si aspetterebbe. Una musica allegramente trash che al contempo, secondo Friedman, è forse la più patriottica che si possa trovare nello Stato ebraico.
Zionism traditionally existed in tension with Judaism and the Middle East, and there are still quite a few Israelis who don’t think much of either. Mizrahi music embraces both. If you see Israel as a country of people who happen to be Jewish and are victims of an unfortunate accident that dumped them in the Middle East, this music and its success might grate. But if you accept Israel for what it is — a Middle Eastern Jewish country — it all makes sense.
Immaigne da Good Free Photos.
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.