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Il primo summit sulla medicina tradizionale dell’OMS

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In questi giorni (17 e 18 agosto) è in corso il primo summit globale sulla medicina tradizionale, organizzato dall’Organizzazione Mondiale della Salute. L’incontro, tenuto in contemporanea con il meeting dei ministri della salute del G20, vuol essere un modo per dare la possibilità a praticanti, utenti, e attori politici, di condividere lo stato dell’arte del settore.

Per l’OMS, la medicina tradizionale

è stata nei secoli una risorsa per la salute nelle comunità di tutto il mondo, ed è ancora un pilastro per chi ha difficoltà nell’accesso alla medicina convenzionale. Le pratiche socioculturali e i patrimoni di biodiversità della medicina tradizionale sono risorse inestimabili per l’evoluzione di uno sviluppo sostenibile inclusivo e diversificato. La medicina tradizionale è anche parte integrante del settore (che vale più di mille miliardi di dollari) globale della salute, del benessere, della bellezza e della farmaceutica. Oltre il 40% delle formulazioni farmaceutiche si basa su prodotti naturali e i farmaci di riferimento, tra cui l’aspirina e l’artemisinina, hanno avuto origine dalla medicina tradizionale.

Sul sito del proprio centro specializzato, l’OMS nomina, ad esempio, l’erboristeria, l’agopuntura, lo yoga, e le terapie indigene. Ha suscitato molto scalpore, però, l’inclusione in alcune pagine social dell’omeopatia.


(NdM, approfittiamo per riportare da Il Bo Live una serie di botta e risposta del 2019 sulla medicina tradizionale, sia da un punto di vista della scientificità che sotto l’aspetto pratico. La discussione prendeva il via proprio dall’apertura dell’OMS verso queste tematiche in atto da alcuni anni).

Il dibattito sulle pratiche tradizionali, come l’utilizzo terapeutico di discipline mente-corpo o come l’agopuntura, che ormai fanno parte della nostra realtà, è diventato sempre più acceso negli anni. Il problema fondamentale è la “scientificità” alla base di queste tecniche che è stata ponderata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la quale ha dimostrato e continua a dimostrare un’apertura nei confronti del loro utilizzo, tanto che nella Classificazione internazionale delle malattie e dei problemi di salute (Icd-11) recentemente aggiornata, che entrerà in vigore dal 2022 e utilizza dei codici comuni a livello mondiale per identificare lesioni, malattie e cause di morte, per la prima volta si avrà un capitolo dedicato alla medicina tradizionale cinese.


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