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Traveling Violation – Tre notizie sulla NBA, più una – #14

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Quattordicesima puntata di Traveling Violation, la rubrica sulla NBA dedicata al fallo più fischiato nelle arene americane.

In questo episodio: I playoff senza il Re, se Sparta piange Atene non ride, i Pistoni sono tornati a girare, Carter l’immortale

 

First step: The Fall of the King

I Lakers sembrano ormai fuori dai playoffs. Il record è negativo (30W-35L) e l’ottavo posto è a 7 partite di distanza. Le cause di questa stagione deludente sono varie (ITA da L’Ultimo Uomo): gli infortuni (tutti tranne Kentavious Caldwell-Pope hanno avuto almeno uno stop); la costruzione del roster, diviso a metà tra giovani da sviluppare e veterani scelti più per ragioni salariali (tutti presi con contratti ad un anno) che non per alchimia di squadra (tanti caratteri forti ma poche capacità al tiro ed in difesa); il coach Luke Walton (scelto come giocatore al Draft 2003 come LeBron James) che non sembra aver dato nessun valore aggiunto alla squadra, e che, anzi, a volte sembra uno spettatore passivo degli eventi.

Resta poi da definire l’impatto della gestione della corsa ad Anthony Davis, indicata da molti come la vera causa della rottura dello spogliatoio tra i giovani e LeBron, additato, non a torto, di volere la loro cessione per ottenere da subito AD in gialloviola.

Un ultimo fattore sembra essere LeBron James stesso. Adesso che ha compiuto 34 anni il suo fisico non sembra più quello in grado di trascinare da solo un roster sino alle finali NBA ma, “solamente” quello di uno dei migliori della lega, anche a causa del suo bassissimo apporto nella metà campo difensiva.

I suoi detrattori (e non solo) stanno iniziando a rivalutare la legacy del Choosen One in NBA, criticando la sua presenza nei discorsi sul GOAT (ENG da The Ringer).

Quali saranno in estate le scelte della dirigenza gialloviola?

 

Second step: Celtics’ Roller Coaster

I Celtics sono al momento quinti ad est, ad una partita dai 76ers ed a due dai Pacers. La posizione di classifica resta molto lontana da quella preventivata ad inizio stagione quando quasi tutti gli analisti li davano come grandi favoriti della Conference grazie alle grandi prestazioni fornite dalla squadra negli scorsi playoffs e grazie al rientro di Kyrie Irving e di Gordon Hayward dai rispettivi infortuni.

Nei fatti, però, la stagione di Boston è stata un continuo saliscendi, con grandi prestazioni alternate a strisce di sconfitte contro squadre di seconda fascia, restituendo l’idea di una squadra senza un’identità (ENG da The Ringer).

Lo stesso Kyrie Irving sembra essere un fattore destabilizzante. Con le sue dichiarazioni pubbliche ha più volte criticato lo spirito degli altri giocatori del roster, con i quali oltretutto non ha legato, ed ha anche alimentato le voci che lo vorrebbero lontano dai Celtics la prossima stagione (ENG da The Ringer).

Non sarà che, semplicemente, in realtà questi Celtics non sono una squadra così forte come si credeva (ENG da SB Nation)?

 

Third step: Motown Funk

I Detroit Pistons sono forse il team più caldo della lega dal rientro dopo l’All Star Break, grazie ad otto vittorie nelle ultime dieci partite, compresa una W all’overtime contro Toronto. Il record è, al momento in cui scrivo, positivo (33W-31L) e gli vale il sesto seed ad ovest (ENG da The Ringer).

Blake Griffin è faro della squadra da inizio stagione con 25.5PPG ed il 36.6% da 3. In questo striscia positiva, però, anche Reggie Jackson ed Andre Drummond stanno sfoderando grandi prestazioni, con una media, rispettivamente, di 20 punti (con il 48.1% da 3) e 5 assist il primo e di 21 punti e 16 rimbalzi il secondo. Da non sottovalutare, infine, la crescita di Luke Kennard, guardia al secondo anno che sta tirando oltre il 40% da tre nelle ultime venti partite.

L’allenatore dell’anno in carica Dwane Casey riuscirà a portare i Pistons ai playoffs dove, magari, fare qualche “scherzetto” a qualche squadra più titolata?

 

FOUL! Traveling violation: The Curious Case of (Vince)amin Button

Vince Carter è il più anziano giocatore ancora in attività  in NBA con i suoi 42 anni. In un’intervista con ESPN ha detto che vuole giocare ancora un anno. In questa stagione Vinsanity ha già giocato in 61 partite per 16.6 minuti di media con 7.1PPG (ed il 40.9% da 3) 2.5RPG ed 1.0APG.

Alla domanda sul come alla sua età riesca ancora ad essere un valido giocatore da rotazione NBA Carter ha risposto che è perché è estremamente concentrato sul suo regime di allenamento ed alimentare, molto più del giocatore medio (ENG da SB Nation).

Quanto detto da Carter sembra essere comprovato dal suo atletismo, ancora di livello nonostante gli anni ed il chilometraggio del suo fisico (come si può vedere da quest’azione):

https://twitter.com/SBNation/status/1100944276228198400

 

Extra step – Shaq’s review

Chiudiamo con la consueta analisi tecnico tattica fatta da Shaquille O’Neal e dalla sua squadra sulla settimana appena passata in NBA


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