Vox risponde a nove domande sul fenomeno del cosiddetto ‘Biohacking’, uno stile di vita nato nella Silicon Valley, ma che si sta diffondendo anche al di fuori di essa.
Come dei novelli alchimisti, i biohacker sperimentano su di sé i più disparati stratagemmi per ottenere la massima prestazione dal proprio corpo e dalla propria mente, e condividono con la comunità i risultati ottenuti.
Biohacking, o biologia fai-da-te, è un termine estremamente ampio e amorfo che copre una vasta gamma di attività: dall’esecuzione di esperimenti scientifici su lieviti o altri organismi, al monitorare il proprio sonno e la propria dieta, fino al cambiare la propria biologia iniettandosi nelle vene il sangue di una persona più giovane, nella speranza che ciò combatta l’invecchiamento. (Sì, è una cosa reale chiamata “trasfusione di sangue giovane”, e se ne parla più avanti).
I tipi di biohacker che attualmente stanno guadagnando più notorietà sono quelli che sperimentano sul proprio corpo, al di fuori degli spazi e delle istituzioni di laboratorio tradizionali, con la speranza di aumentare le proprie prestazioni fisiche e cognitive. Formano un ramo del transumanesimo, un movimento che sostiene che gli esseri umani possono e dovrebbero usare la tecnologia per aumentare ed evolvere la nostra specie.
Tra l’antica speranza di vivere per sempre e la paura per un futuro in cui la natura umana possa essere irrimediabilmente compromessa, il biohacking porta a interrogarsi su cosa significa essere umani.
Fonte immagine: Pinterest
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