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Ufo e regioni italiane: una classifica

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Pensate che gli omini grigi vengano a far visita solo alle cinematografiche regioni desertiche degli USA? Eccovi invece i numeri che loro non vogliono voi leggiate sugli avvistamenti OVNI nel Belpaese.

È poco noto, ma l’aeronautica militare italiana tiene un registro degli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (OVNI per chi vuole evitare l’albionica espressione UFO). Se guardando il cielo, magari cercando una stella cadente, notate un fenomeno strano che non sembra riconducibile né a un fenomeno naturale né a un aereo, potete riportare il fatto su un apposito modulo, e il ministero della difesa si occuperà di verificare, con controlli incrociati, se il fenomeno si possa spiegare in qualche modo.

Tutto questo può sembrare fantascienza, tuttavia il sito dell’Aeronautica militare spiega chiaramente che “tale attività ha lo scopo di garantire la sicurezza del volo e nazionale”. Una volta terminati gli accertamenti, gli episodi vengono resi pubblici con buona pace dei cospirazionisti e, se non è stato possibile individuare una giustificazione tecnica o naturale, si classifica l’episodio come avvistamento di “Oggetto Volante Non Identificato”. A questo punto del discorso la precisazione di rito è che OVNI vuol dire esattamente Oggetto Volante Non Identificato: cioè non si tratta necessariamente di alieni (anzi) ma, semplicemente, la sigla indica un’impossibilità di ricostruire le cause dell’avvistamento.

Nel corso degli ultimi vent’anni, la regione in cui sono apparsi più OVNI è la Campania, con un 16,3% dei casi. Seguono Lombardia, Toscana, e Lazio, mentre le regioni in cui i fenomeni del genere non si sono mai verificati sono tre: oltre al prevedibile Molise, compaiono anche la Valle d’Aosta e la Sardegna, il che prova che i nuraghe sono stati costruiti da una civiltà e ormai scomparsa per tenere lontani gli extraterrestri.


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