100 anni fa moriva a Bruxelles Giacomo Puccini, l’ultimo dei grandi compositori operistici e forse il più amato per quella capacità unica di trasmettere in musica le emozioni umane. Un video di Italian Opera raccoglie le arie più conosciute del grande compositore italiano. Mentre Opera Inside traccia la sua biografia.Con le sue opere così coinvolgenti ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della musica e ha trasportato il pubblico in un mondo fatto di passione, tormento e amore con capolavori immortali come Tosca, Bohème e Madama Butterfly. Opere intrise di romanticismo con trame che esplorano l’amore, il desiderio, la passione e la sofferenza.
Il suo genio musicale si manifesta nella capacità di fondere la melodia e il dramma in un’unica espressione artistica. E così le arie presenti nelle sue opere, così ricche di pathos e di bellezza, si intrecciano con le trame dando vita a una esperienza teatrale indimenticabile.
La sua vita è costellata da gravi lutti, il primo a soli 6 anni quando vede morire suo padre Michele, organista e maestro di coro del Duomo di San Martino. A Milano nel 1880 frequenta il conservatorio, qui sotto la guida dei maestri Bazzini e Ponchielli ha la possibilità di vivere le sue prime esperienze artistiche.
A Milano Puccini condivide l’abitazione con Pietro Mascagni passando molto tempo nei teatri ed entrando in contatto con gli ambienti della scapigliatura. Il debutto avviene nel 1884 con l’opera Le Villi al teatro dal Verme di Milano. Nello stesso anno muore la madre e inizia una relazione con una donna sposata, Elvira Bonturi, che gli darà l’unico figlio Antonio e che sposerà nel 1904.
Nel frattempo, nel 1889, debutta alla Scala con la seconda opera Edgar. Tra il 1893 e il 1904 il compositore lucchese compose le 4 opere che gli diedero fama mondiale, Manon Lescaut, Boheme, Tosca e Madame Butterfly. Successivamente, traendo ispirazione dal soggiorno americano, compone La Fanciulla del West che debutterà a New York nel 1910, ottenendo un grandissimo successo.
In seguito, però, Puccini affronta un periodo di crisi artistica durante il quale fatica a trovare soggetti adeguati per le sue opere e, dopo diversi progetti falliti, gli viene commissionata “La Rondine”, originariamente pensata come operetta, in seguito trasformata in commedia lirica, eseguita per la prima volta al Grand Théâtre de Monte Carlo. Con quest’ultima opera e il “Trittico”composto da Il Tabarro, Suor Angelica e Gianni Schicchi, il Maestro raggiunge il culmine della sua maturità artistica.
L’ultimo progetto assai tormentato è Turandot che non riuscirà a completare per la morte sopraggiunta a Bruxelles. Un anno e mezzo dopo, il 25 aprile 1926, a Milano la prima dell’opera diretta da Toscanini che arrestò la rappresentazione a metà del terzo atto, ovvero dopo l’ultima pagina completata dall’autore, rivolgendosi al pubblico con queste parole: “Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto”. La sera seguente, l’opera fu rappresentata, sempre sotto la direzione di Toscanini, includendo anche il finale di Alfano.
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