Emanuela Pulvirenti sul suo blog Didatticarte, attraverso splendide immagini, ci introduce ai famosi portici di Bologna, entrati da poco nei beni patrimonio dell’umanità dellUnesco.
È notizia fresca di stampa l’iscrizione dei portici di Bologna nella lista Unesco dei patrimoni dell’umanità. Un titolo meritatissimo: ogni volta che li percorro resto sempre estasiata dalla loro diversità e vitalità.
I portici bolognesi sono stati costruiti nel Medioevo per ingrandire le abitazioni senza invadere il suolo pubblico.
Inizialmente erano realizzati in legno con grossi pali a sostenere gli aggetti. Di questa tipologia ne restano pochissimi, ma tutti ancora in uso. La loro fortuna corrisponde alla nascita dell’Università bolognese nel 1088, quando l’afflusso di studenti e intellettuali portò all’ampliamento delle abitazioni, per poterne ricavare un affitto maggiore. Se la nascita dei portici, dunque, è legata a una forma di speculazione edilizia, nel giro di poco tempo si affermeranno comestandard architettonico capace di garantire protezione ai passanti dalle intemperie e igiene delle botteghe, distanti dai liquami della strada.
Dal 1288, addirittura, il portico diventa obbligatorio sia per le nuove costruzioni che per quelle esistenti. È così che, secolo dopo secolo, si sviluppano quei 38 chilometri di portici urbani oggi esistenti (che arrivano a 53 se si includono anche quelli esterni al centro storico).
Fotografia da Wikimedia Commons
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