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Una stazione centrale diversa

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Domus ripubblica uno studio del 1976 dell’architetto Carlo Moretti che proponeva, quale contributo di idee al Piano Regolatore Generale di Milano, di abbattere, dopo solo 45 anni dalla sua costruzione,  l’edificio della Stazione Centrale di Milano di Piazza Duca d’Aosta per farne la testa di un’enorme sistema di uffici, servizi e infrastrutture dallo spirito utopico e metabolista.

A fronte di uno scalo ferroviario, che

“si protende come una grossa spina verso il centro della città… Penetra nel centro senza alcuna contropartita: il viaggio, infatti, non si conclude li ma continua avventurosamente. La Stazione Centrale, che occupa un’area di 250X2.000 m, termina in modo bizzarro con un enorme “monumento”, ingombrante e scomodo, non funzionale per eccellenza, dall’aspetto insulso e tronfio di un lottatore da baraccone.”

Moretti proponeva di

“- di eliminare l’inutile sovrastruttura del mausoleo-stazione, lasciando inalterato lo scalo ferroviario

– di costruire – sopra le linee dei treni – la nuova “city” della Regione Lombardia, nella scala, nella dimensione e con l’arditezza che l’epoca nostra consentono. Parallelamente alla “city” si svilupperà l’autostrada che, partendo dalla stazione, si proietterà verso l’esterno, sino ad allacciarsi alle autostrade”

Gli obiettivi che si poneva il progetto erano dunque la costruzione di un nuovo centro direzionale (economico – commerciale- rappresentativo), un terminal ferroviario-aereo-autobus-metropolitana e una autostrada cittadina per realizzare così

” un “ponte” che allacci il vecchio nucleo di Milano alla città-regione, città-regione intesa non solo come l’hinterland esistente, ma come somma delle nuove concentrazioni urbane”.


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