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Villa Cahen, un gioiello liberty nel cuore dell’Umbria

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Un articolo sul blog Rocaille ripercorre la storia di una singolare e affascinante villa liberty in una regione poco conosciuta per questa corrente artistica, l’Umbria.

Villa Cahen, uno dei rari esempi di architettura liberty in Umbria, è legata alle vicende dei Cahen, una facoltosa famiglia di banchieri ebrei di origine belga. La loro storia si intreccia strettamente ad alcuni degli avvenimenti più importanti del nostro paese, durante uno dei periodi più floridi di sempre, quello tra il Risorgimento italiano ed il trionfo della Belle Époque.

L’articolo racconta la storia di questa famiglia di banchieri (di probabile origine ebraica) provenienti dalla valle del Reno.

Non si può affermare che alle loro azioni sia stato subordinato il futuro dell’Italia, ma di certo ebbero ruoli di primo piano nel processo di unificazione, nell’espansione capitalistica e durante la speculazione edilizia di Roma. La loro parabola di trionfi, che collega l’Italia liberty con l’Inghilterra preraffaellita, si arresta con l’avvento delle leggi razziali per poi sparire definitivamente dopo il secondo conflitto mondiale.

Gli affari della famiglia prosperarono prima ad Anversa e poi a Parigi, dove il capostipite Joseph entrò alla corte di Napoleone III, in posizione molto vicina all’allora ministro dell’istruzione: fu in quel periodo che iniziò a immaginare di poter trarre vantaggi economici dal processo di unificazione italiano.

Fu il papa Pio IX, Giovan Maria Mastai Ferretti, a concedere per primo a Joseph Cahen il titolo di Conte, anche se il motivo è ancora ignoto. Inoltre, nel 1848, Joseph Cahen aveva prestato una ingente somma di denaro al re Carlo Alberto, per la dichiarazione di guerra all’Austria: fu per questo motivo che i Savoia decisero di ripagare la disponibilità riservatagli e Joseph fu insignito nuovamente del titolo di conte, trasmissibile ai figli maschi, da Vittorio Emanuele II, di cui fu anche finanziere personale.

Joseph non risiedette mai in Italia, ma suo figlio Édouard contribuì alla fondazione della Banca Generale e della Banca Napoletana ed entrò nei processi speculativi per l’edilizia di Roma neo capitale.

Édouard Cahen fece anche costruire Villa La Selva, elegante costruzione liberty con un notevole giardino.

La parte più interessante è tuttavia il giardino, progettato da due maestri paesaggisti d’oltralpe, Henri e Achille Duchene, già autori del parco di Champs sur Marne, oggi residenza presidenziale francese. Il conte Ugo, da appassionato botanico, aggiungerà al progetto dei paesaggisti francesi una enorme varietà di fiori e piante provenienti dagli angoli più remoti del pianeta, conservati nelle tre serre che circondavano la villa.

Villa, parco e tenuta sono oggi gestiti dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Assisi e sono proprietà del demanio.

La storia di Villa Cahen ha tuttavia un triste epilogo: i due fratelli, entrambi senza discendenti, lasciarono l’Italia in seguito alle leggi razziali del 1938; nel 1943-44 il castello fu usato dai tedeschi come centro di comando e subì danni gravissimi in seguito a dei bombardamenti. Teofilo aveva lasciato invece il castello in eredità al suo maggiordomo e figlio adottivo Urbain Victor Papilloud con il quale, si vociferava, avesse una relazione. Eduardo Cahen tutt’oggi riposa tra i boschi della Selva della Meana, che lui stesso scelse come prediletto per la sua sepoltura, facendosi costruire un mausoleo neogotico proprio all’interno del Bosco del Sasseto.

Le informazioni per la visita sul sito del Ministero della Cultura: Villa Cahen – Ministero della cultura

Raffinato esempio di architettura liberty l’edificio è in gran parte circondato da un giardino all’italiana, ricco di rare specie erbacee e arboree qui giunte grazie alla passione dell’originario proprietario. Tra il giardino all’italiana, le serre e la limonaia, si estende anche il giardino giapponese, di recente sottoposto a restauro.

 


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