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I limiti del referendum

I limiti del referendum

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Dopo il referendum della Brexit è utile farsi qualche domanda sui limiti dell’istituto del referendum, e su come viene usato dalla politica. Nato nel sedicesimo secolo in Svizzera, è oggi lo strumento di espressione della volontà popolare e democrazia diretta per eccellenza di ogni democrazia evoluta.

Il problema di molti referendum è nel modo in cui viene posto il quesito agli elettori: una secca scelta binaria “si / no”, “dentro / fuori” che spesso riduce molti problemi complessi a un ballottaggio e forza la volontà degli elettori a prendere una posizione a volte estrema. In un referendum non è possibile votare “non so”, chi si astiene non viene conteggiato. Nel caso del referendum inglese molti elettori oggi stanno dicendo che hanno votato “lasciare“, ma in realtà intendevano “restare, ma cambiamo le cose“, un’opzione non offerta da un referendum con due sole scelte secche.

In alternativa a un ballottaggio secco, esistono i referendum a scelta multipla, usati in Svizzera e in Svezia, che permettono agli elettori di esprimere posizioni diverse e possono guidare la politica a prendere scelte più ragionate e meno estreme, rendendo anche il conseguente dibattito politico più equilibrato. In Australia da anni alle elezioni politiche e ai referendum si applica il “voto alternativo” e il “voto singolo trasferibile” espresso direttamente dall’elettore in un solo turno. Dunque alternative al ballottaggio secco esistono e funzionano.

 


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