Michael Crawley sul New York Times (link alternativo) espone le diverse posizioni riguardo la questione taiwanese di cui l’amministrazione Biden si è attivamente occupata sin dal proprio insediamento. L’America sostiene da sempre l’isola, ma con una ambiguità di fondo che oggi potrebbe non essere sufficiente. D’altro canto, si vuole evitare di provocare la Cina fino a farle decidere di rompere gli indugi e invadere.
Under a longstanding — and famously convoluted — policy derived from America’s “one China” stance that supports Taiwan without recognizing it as independent, the United States provides political and military support for Taiwan, but does not explicitly promise to defend it from a Chinese attack.
As China’s power and ambition grow, however, and Beijing assesses Washington to be weakened and distracted, a debate is underway whether the United States should make a clearer commitment to the island’s defense, in part to reduce the risk of a miscalculation by China that could lead to unwanted war.
Da una parte si moltiplicano gli appelli a dire esplicitamente che gli USA risponderanno in ogni caso (link alternativo) all’uso della forza da parte della Cina. Dall’altra c’è chi sottolinea che questo potrebbe portare Taipei a dichiarare formalmente l’indipendenza e ciò condurrebbe inevitabilmente alla guerra.
Anche questi ultimi però ritengono che gli USA dovrebbero aumentare la propria deterrenza militare per fronteggiare gli atteggiamenti minacciosi di Pechino
Foto da wikimedia commons
Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.