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L’anno del loong

L’anno del loong

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«Quest’anno in Cina c’è una significativa novità rispetto ai draghi: i media cinesi e vari influencer (che per esserlo devono essere approvati dalla censura) insistono a dire che quando si parla in lingue diverse dal cinese non si deve dire “drago”, o sue varianti. La parola giusta è loong. Se il problema è che il drago è il simbolo e il soprannome della Cina nel mondo, la soluzione è rivedere come le persone del mondo intero si riferiscono ai draghi»
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Fonte: il Post


Su integrazione di @TheReadingKaspa, L’anno del Loong, di China Radio International.

In contrasto con il drago cinese, simbolo di benevolenza e buon auspicio, il drago occidentale assume una connotazione minacciosa e distruttiva. Le sue origini affondano nella mitologia greca, con la figura di Ladone, un serpente mostruoso a guardia delle mele d’oro nel Giardino delle Esperidi. Spesso nella cultura popolare, i draghi sono associati all’epoca medioevale, ai castelli con fossati e cavalieri e, soprattutto, sono esseri mostruosi che sputano fuoco e terrorizzano sia la Terra che le fiabe. Tale simbolismo malvagio e l’associazione del drago con il caos affondano le radici in credenze religiose e culturali che vedono la vittoria sulle forze del male come un atto necessario. Nella tradizione cristiana, infatti, il drago diventa la personificazione del male: «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro», afferma San Giorgio che, stando alla tradizione, è colui che ha ucciso il drago, archetipo del “nemico del genere umano”.


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