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Gli Inuvialuit e la caccia ai beluga

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Gli Inuvialuit, un popolo indigeno canadese, cacciano i beluga in modo sostenibile, senza compromettere la diversità genetica e la sopravvivenza della specie. Ce ne parla un articolo uscito sulle pagine del BoLive.

Questo popolo discende dai Thule (progenitori di tutti i moderni Inuit canadesi), e  il suo nome significa the real people, il vero popolo:

Inuvialuit significa “il vero popolo” e si ritiene che la popolazione discenda dal popolo Thule, che un tempo viveva nell’Artico. Migrarono dalla regione del Mare di Bering e si stabilirono sul bordo del Mare di Beaufort, alla foce del fiume Mackenzie, circa 800 anni fa. Attingendo ad antiche tradizioni culturali, si sono adattati a nuove risorse e sfide. Oggi molti dei 5.000 Inuvialuit risiedono nelle comunità di Aklavik, Inuvik, Paulatuk, Sachs Harbour, Tuktoyaktuk e Ulukhaktok.

Il popolo dei Thule, migrò quindi dall’Alaska verso est, stabilendosi lungo la costa artica canadese. Questa migrazione avvenne circa mille anni fa e portò alla diffusione della cultura Inuit in tutta la regione artica.

Il contatto con gli europei nel XIX secolo portò cambiamenti significativi. L’introduzione di nuove malattie decimò la popolazione locale e la domanda di pellicce da parte delle compagnie europee influenzò le pratiche di caccia. Nonostante queste sfide, gli Inuvialuit riuscirono a mantenere molte delle loro tradizioni culturali. Nel 1984, gli Inuvialuit firmarono l’Inuvialuit Final Agreement con il governo canadese, che riconosceva i loro diritti territoriali su una vasta area dell’Artico occidentale. Questo accordo ha permesso loro di gestire le risorse naturali e di preservare la loro cultura e il loro modo di vivere.

Tradizionalmente, gli Inuvialuit erano cacciatori e pescatori, specializzati nella caccia ai mammiferi marini come balene, foche e caribù.  Le loro abitazioni invernali erano spesso semi-interrate e costruite con materiali locali come pietra, legno e ossa di balena, ricoperte di pelli e torba per l’isolamento.

Canada Geographic dà qualche informazione sul territorio dove gli Inuvialuit si sono insediati e sui loro rapporti con i governi:

La regione di insediamento Inuvialuit è la più occidentale delle quattro patrie Inuit in Canada che compongono il Inuit Nunangat. La Inuvialuit Regional Corporation, che è stata fondata nel 1984 per gestire l’accordo delineato nell’Accordo finale di Inuvialuit, rappresenta gli interessi collettivi di Inuvialuit nei rapporti con i governi e il mondo in generale. Il suo obiettivo è quello di migliorare continuamente il benessere economico, sociale e culturale degli Inuvialuit attraverso l’attuazione dell’IFA e con tutti gli altri mezzi disponibili. I beneficiari di Inuvialuit controllano direttamente l’IRC e le sue filiali eleggendo direttori da ciascuna delle sei comunità della regione. Nell’IFA, gli Inuvialuit accettarono di rinunciare all’uso esclusivo delle loro terre ancestrali in cambio di alcuni altri diritti garantiti dal governo federale. Questi diritti si presentavano in tre forme: terra, gestione della fauna selvatica e denaro.

L’articolo del Bo-Live si occupa in particolare della caccia sostenibile praticata dagli InuvialuitDa circa 700 anni, gli Inuvialuit cacciano i beluga, cetacei che abitano i mari artici, utilizzando tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione. Questa caccia è fondamentale per la sopravvivenza degli Inuvialuit, poiché la carne e il grasso di beluga soddisfano gran parte del loro fabbisogno alimentare annuale.

Gli Inuvialuit hanno praticato in modo continuativo la caccia ai beluga sicuramente negli ultimi 700 anni. Secondo stime basate sui reperti zooarcheologici e sulle informazioni etnostoriografiche a disposizione, l’entità annuale di prelievo di questi animali si è mantenuta sempre piuttosto alta, nell’ordine delle centinaia di individui l’anno. Comparando questi numeri con la biologia riproduttiva del beluga, che è piuttosto lenta (una femmina genera mediamente un piccolo ogni tre anni, la maturità sessuale si raggiunge intorno agli 8-13 anni, e un individuo può vivere fino a 50 anni), alcuni ricercatori si sono chiesti quanto la pratica venatoria portata avanti dagli Inuvialuit potesse aver influito negativamente sulla popolazione locale di beluga, che è una tra le più numerose al mondo (si stima sia composta da circa 40.000 individui). Un gruppo internazionale di ricercatori, coordinati dal Globe Institute dell’università di Copenhagen e dall’università di Toronto, ha dato una risposta a questa domanda in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica PNAS, dimostrando che la caccia ai beluga praticata dagli Inuvialuit da centinaia di anni non ha intaccato la diversità genetica e la sopravvivenza della popolazione naturale.

Gli Inuvialuit utilizzano quasi tutte le parti del beluga in modo molto efficiente: consumano la carne come fonte principale di proteine, usano il grasso come fonte di energia, confezionano abiti e calzature con le pelli, costruiscono utensili e armi (ma anche oggetti artistici) con le ossa, mentre gli organi interni vengono utilizzati per scopi rituali o medicinali.

La caccia ai beluga è profondamente radicata nella cultura degli Inuvialuit e include diverse tradizioni e rituali: spesso preceduta da cerimonie e rituali che coinvolgono tutta la comunità al fine di onorare gli spiriti degli animali e a chiedere protezione e successo nella caccia. A bordo di kayak e armati di arpioni i cacciatori lavorano insieme per guidare i beluga in acque basse. Dopo la cattura la carne e le altre parti degli animali vengono distribuite equamente tra le varie famiglie che compongono la comunità, mentre i giovani partecipano alla caccia per imparare le tecniche dai cacciatori esperti.

Il beluga, noto anche come balena bianca, è un cetaceo appartenente alla famiglia dei Monodontidi. Questi animali sono facilmente riconoscibili per il loro caratteristico colore bianco e vivono principalmente nelle acque fredde dell’Artico e del subartico, spesso vicino alle coste e alle formazioni di ghiaccio. Animali fortemente sociali formano gruppi che possono essere composti da centinaia di individui. Le femmine con la prole tendono a vivere in gruppo, separate dai maschi e i beluga si nutrono di pesci, crostacei e piccoli animali marini. Emettono inoltre una vasta gamma di suoni.

Un video racconta gli Inuvialuit e traccia la storia di questo popolo,

tramandata da leggende e storie, siti archeologici, collezioni museali, fotografie e documenti conservati negli archivi, nell’arte e nei libri.


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