un sito di notizie, fatto dai commentatori

Badolato, il Curdistan italiano

119 commenti

A cura di @Broono.

Nella notte del 26 Dicembre 1997 più di ottocento persone, in prevalenza Curdi, giunti sulle coste calabresi a bordo della nave Ararat cambiarono il corso della storia di Badolato, un piccolo borgo calabrese risalente all’anno mille destinato all’abbandono a causa dello spopolamento da emigrazione. Qui un video da youtube che racconta una storia di case regalate, botteghe riaperte e integrazione possibile.
Un microcosmo che ricreò in un piccolo fazzoletto di Calabria quello che per qualche anno venne ribattezzato il Curdistan italiano, rendendo i calabresi esempio per il mondo intero che ebbe modo di vedere in diretta, anche grazie all’attenzione di registi come Wim Wenders, cosa succede quando a essere respinte non sono le persone ma i pregiudizi e la paura.
Una storia poco conosciuta che mai come oggi merita di essere rievocata per il suo essere testimonianza di accoglienza possibile, in una nazione costellata di centinaia di paesi abbandonati e un proporzionale numero di migranti che chiedono solo un’occasione per quella stessa seconda vita che il sindaco di Badolato intuì possibile per il suo piccolo borgo facendosi esempio per altri sindaci altrettanto lungimiranti (PDF).
Dopo qualche anno da Badolato i migranti sono a loro volta emigrati per il Nord Europa proseguendo il loro viaggio, lasciandosi alle spalle un paese restituito alla vita di turisti ritornati a godere la bellezza di quel paese con mille anni di storia, chiese da libro d’arte, case rimesse a nuovo e acquistate da stranieri, personaggi famosi, piccoli B&B e un futuro fino a qualche anno fa impensabile, non fosse stato per quei pochi abitanti che, facendosi scudo contro istituzioni nazionali ostili, quella notte di Natale decisero che tra un vicino emigrato e un vicino emigrante la differenza in fondo era solo nel fatto che i secondi avevano figli con cui far giocare i propri.
Oggi Badolato è un comune commissariato per ‘ndrangheta, ma questa è un’altra storia.

Immagine da Wikimedia Commons.


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.