Su suggerimento di @Luis K.
Lo scrutinio definitivo delle PASO ha dato molte ragioni per gioire al Fronte per la Vittoria, ha allungato il suo vantaggio su Cambiemos ed è avanti anche nelle province che hanno votato per le primarie ma l’importante Provincia di Buenos Aires è in gioco.
Le province di San Juan e San Luis come previsto hanno visto la riconferma dei partiti di governo, il Fronte per la Vittoria nella prima dove il vice-governatore Sergio Uñac è arrivato primo nelle preferenze dirette con il 52% dei voti, battendo sia i suoi avversari interni sia quelli dell’opposizione, l’unico dato rilevante è che Cambiemos è arrivato terzo dietro al Fronte Rinnovatore, e nella seconda con il Peronismo di destra di Compresso Federale che ripropone alla guida della provincia Alberto Rodríguez Saá, fratello del candidato presidenziale Adolfo Rodríguez Saá, con il quale domina il panorama politico di San Luis dal 1983.
La provincia di Entre Ríos invece è stata più combattuta del solito per il FPV: il candidato di Cambiemos e senatore di PRO, Alfredo de Angeli è arrivato ad un buon 36,5%, spiegabile dalla sua popolarità come ex-dirigente della Federazione Agraria e dalla scarsa sintonia tra il governatore uscente Sergio Urribarri e Daniel Scioli. Urribarri infatti era uno degli avversari di Scioli prima che Cristina Fernandez chiedesse al partito di appoggiare il governatore bonaerense. Nonostante il buon risultato comunque è improbabile che de Angeli riesca a colmare il divario con il candidato kirchnerista, Gustavo Bordet, al 44,2%, frutto anche della presenza di Urribarri come capolista alla Camera dei Deputati della Provincia.
La provincia di Chubut è la prima della lista di quelle che potevano passare all’opposizione quest’anno. Nel 2011 Martin Buzzi, delfino del potente governatore Mario Das Neves e alleato di PRO, era stato eletto vincendo di misura contro il FPV delle contestate elezioni: gli scandali che ne seguirono furono fatali per Mauricio Macrì, che si ritirò dalla corsa presidenziale, e l’aver incrinato lo strapotere di Das Neves fu il preludio di quello che si sarebbe trasformato in una vera e propria valanga celeste e bianco. Negli anni successivi Buzzi è stato folgorato sulla via di Damasco convertendosi al kirchnerismo, mentre Das Neves è rimasto all’opposizione ricandidandosi con Fronte Rinnovatore alla guida della Provincia. Come prevedibile il risultato uscito fuori è molto stretto: Das Neves è arrivato primo nelle preferenze dirette battendo Buzzi 39,3% a 36,9% ma il Fronte per la Vittoria nel suo insieme è arrivato al 39,9% lasciando la sfida ancora aperta.
Catamarca, una delle più importanti sfide di quest’anno, ha dato più motivi di altri per sorridere al FPV. La provincia, che di solito apriva l’anno elettorale a marzo, veniva data persa per certa: l’ex-governatore Eduardo Brizuela del Moral sembrava in grado di rifarsi sulla sua ex-alleata Lucía Corpacci per la sconfitta subita nel 2011, così la governatrice Corpacci aveva deciso di unire le elezioni provinciali con quelle nazionali in modo da risparmiare ai Kirchneristi il dover iniziare l’anno con una sconfitta. Il radicale Brizuela nel 2007 era stato rieletto a furor di popolo candidato per l’alleanza tra il Fronte Civico e Sociale e il Fronte per la Vittoria, ma il suo progressivo allontanamento dalla Casa Rosada e il fatto di guidare la provincia che vota per prima l’avevano reso la perfetta vittima sacrificale per testare la popolarità di Cristina Fernández, così la vice di Brizuela, Lucía Corpacci, del FPV è riuscita ad interrompere vent’anni di potere incontrastato del Fronte Civico e Sociale. Questa volta però, nonostante il posticipo delle elezioni sia sembrato una tacita ammissione di sconfitta, la governatrice Corpacci è riuscita a prevalere sul temibile avversario con il 52,9% contro il 40,5% di Brizuela, scongiurando il rischio di ribaltone e dando prova del suo ottimo consenso personale prendendo più voti di Scioli in provincia.
La provincia di Buenos Aires è il piatto forte della tornata amministrativa. Il 40,2% lascia l’amaro in bocca per il Fronte per la Vittoria, benché il primato di voti per coalizione la candidata di Cambiemos, María Eugenia Vidal, è arrivata in vantaggio nelle preferenze dirette, 29,9% contro il 21,2% del candidato designato del FPV, Aníbal Fernández, e il 19,6% di Felipe Solá del Fronte Rinnovatore.
All’interno della casa celeste e bianco prende sempre più piede l’idea che l’assenza di Florencio Randazzo, il portentoso candidato presidenziale che stava alle calcagna di Scioli e che tanto piaceva al kirchnerismo più puro, non abbia fatto altro che azzoppare le aspirazioni di vittoria al primo turno del Partito. Dalla Casa Rosada infatti, in cambio del suo ritiro dalle primarie presidenziali, prospettavano un futuro da governatore della Provincia: ma il Ministro degli interni in carica con uno scatto di orgoglio rifiutò l’offerta annunciando il suo abbandono della politica nazionale a fine mandato.
Il campo delle PASO bonaerense non potrebbe essere stato più deleterio per il FPV. I due candidati rimasti, il fedelissimo della Presidente Cristina, il capo gabinetto Aníbal Fernández, e il più moderato Presidente della Camera Julian Domínguez si sono fatti una guerra senza quartiere durante la campagna elettorale, tant’è vero che hanno otenuto un risultato abbastanza bilanciato con un 21,2% a 19,2%, insufficiente per garantire l’egemonia di una delle due anime del partito sull’altra in modo tale da assicurare il ricongiungimento della galassia kirchnerista per il 25 ottobre.
A conti fatti l’accoppiata Fernández-Domínguez ha perso 100’000 voti rispetto al risultato di Daniel Scioli in Provincia, il quale a sua volta ne perderebbe 1’000.000 rispetto al risultato dei Sindaci vicini a Randazzo che competono per le amministrative. Discorso inverso per Cambiemos, dove María Eugenia Vidal, vice di Macrì nel governo della Capitale Federale, ha fatto il pieno dei voti di coalizione posizionandosi vicina al 30%: questo passaggio è fondamentale per Mauricio Macrì, perché è credenza comune che un candidato di centrodestra puro, come lo sono per l’appunto Macrì e Vidal, non sia in grado di mantenere compatto il variegato elettorato di Cambiemos mentre lei col suo risultato sembrerebbe aver smentito questa ipotesi.
Per Vidal nonostante il successo inaspettato le cose potrebbero non rivelarsi facili per il 25 ottobre: alla sua destra sembra prendere sempre più quota il candidato del Fronte Rinnovatore, l’ex-governatore Felipe Solá, che è riuscito a posizionarsi terzo nonostante il forte logoramento del suo partito e l’aver cominciato la campagna molto dopo rispetto agli altri, e che potrebbe ricevere ulteriore spinta dagli scandali che hanno colpito l’amministrazione di Macrì, da cui lei non è uscita indenne.
Immagine by Gobierno de la Ciudad de Buenos Aires from Ciudad Autónoma de Buenos Aires, Argentina [CC BY 2.0], attraverso Wikimedia Commons
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