A cura di @Akiro.
Come riporta un articolo di Green Report, in Italia si è ancora lontani dal raggiungere un modello di sviluppo finalmente sostenibile. Questo secondo due documenti redatti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale):
Tra le criticità storiche spicca come ogni anno quella relativo al consumo di suolo: nel corso del 2016 sono circa 30 gli ettari consumati ogni secondo, per un totale di 5mila ettari coperti artificialmente. Così, complessivamente «in Italia – spiega l’Ispra – sono oggi irreversibilmente persi circa 23.000 km2 di suolo: il fenomeno continua a crescere, seppur con un sensibile rallentamento nella velocità di trasformazione». E a poco sono valsi gli appelli arrivati dalle associazioni ambientaliste al premier Gentiloni e ai ministri competenti per l’approvazione, prima che l’ultima legislatura finisse, dell’annoso disegno di legge contro il consumo di suolo. Ma oltre alla cementificazione ci sono altre minacce al territorio italiano, che l’Annuario non perde di vista. La presenza dei Siti di interesse nazionale (Sin), ad esempio, per i quali non sono neanche state completate le fasi di caratterizzazione (ferme al 65%) e soprattutto dove «il procedimento di bonifica risulta concluso in modeste porzioni»; senza dimenticare che i siti da bonificare registrati nelle anagrafi regionali sono altri 22.000, con procedimenti di bonifica è conclusi per neanche la metà dei casi (10.000).
Tra i progressi parziali vi è la riduzione degli inquinanti atmosferici anche se non a livello delle richieste della Commissione Europea e con un valore nel 2015 in controtendenza rispetto agli anni passati.
Immagine da Wikimedia.
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