A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Un articolo pubblicato su Le Scienze e originariamente comparso su Quanta Magazine prova a fornire una spiegazione circa la probabilità della presenza di un alto tasso di minuscole galassie satelliti della Via Lattea.
Se si guarda verso il cielo dall’emisfero australe è difficile non notare la Grande Nube di Magellano. Il fatto che sembri uno dei bracci di spirale della Via Lattea, anche se più piccolo, rivela che si tratta di una piccola galassia distante circa 30.000 anni luce formata da qualche miliardo di stelle. Infatti, qualsiasi piccolo telescopio mostrerà che è disseminata di nebulose incandescenti che sono punteggiate da nubi oscure di polveri.
E non è l’unica galassia satellite che orbita lentamente attorno alla Via Lattea. Nel 1999, gli astronomi avevano individuato una dozzina di compagne, molte delle quali invisibili a occhio nudo. Ma a quel tempo, le simulazioni al computer dell’evoluzione dell’universo avevano previsto che le regioni attorno alla Via Lattea dovessero essere piene di attività e ospitare non una dozzina, ma migliaia di piccole compagne. Dove erano le galassie satelliti mancanti?
Quell’enigma astronomico si è trascinato per quasi due decenni. I ricercatori hanno fornito una serie di potenziali spiegazioni. Alcune contemplavano nuove idee speculative sull’evoluzione delle galassie. Altre proponevano l’esistenza di forme esotiche di materia oscura, la sostanza misteriosa che costituisce l’84 per cento della materia nell’universo.
Immagine da Wikimedia.
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