A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Un articolo pubblicato su Rolling Stone prova a far luce sui meccanismi alla base del funzionamento dei siti web dediti alla pirateria – come CB01.
In fondo, il gesto è semplice: ci si collega a un apposito sito, si sceglie un film e lo si gusta in pochi clic. Gratis. Volendo esagerare, ci si può abbonare, pochi euro al mese in pieno stile Netflix, e si ha accesso a una libreria che include non solo tutte le ultime novità del botteghino, ma anche videogame e libri. In questo momento, per esempio, si trovano Creed II, City of Lies, Non ci resta che il crimine, e molti altri ancora. Ovviamente, tutto illegale. Ovviamente, il link truffaldino cambia sempre. Perché il servizio di cui parliamo è pirateria pura, al 100%, e sfrutta alcuni magheggi per rendersi il meno identificabile possibile, tra cui il continuo cambio di indirizzo web. Senza contare che, proprio a causa delle continue denunce per pirateria, viene continuamente chiuso, ma ogni volta s’improvvisa araba fenice digitale e ricompare più in forma di prima. Ecco, CB01, uno dei più famosi, non è che la punta dell’iceberg di un fenomeno che, solo in Italia, nel 2017, ha generato perdite per 617 milioni di euro e 5700 posti di lavoro. Di fatto, stando ai dati FAPAV/IPSOS, due utenti Internet su tre hanno fruito illegalmente di contenuti audiovisivi.
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