Su sugerimento di @Ullallà.
In questo articolo di qualche giorno fa, la corrispondente da Pechino del settimanale tedesco Die Zeit, Angela Köckritz, racconta nel dettaglio la sua personale avventura con le autorità cinesi.
Agli inizi di ottobre 2014 la sua assistente di nazionalità cinese, Zhang Miao, viene arrestata dalla polizia al suo rientro a Beijing, dopo aver seguito come giornalista le proteste di Occupy Central ad Hong Kong. Inizialmente deciso a non diffondere dettagli sulla storia per non compromettere la liberazione della collega, non avendo sortito alcun effetto, il settimanale decide di raccontare gli avvenimenti per filo e per segno e rendere pubblica la situazione.
Il racconto è interessante perché fa luce su un aspetto meno conosciuto, da noi occidentali, della situazione cinese: l’arbitrarietà della legge, i suoi risvolti kafkiani (anche nei confronti degli stranieri, come leggerete) e la posizione di vulnerabilità in cui si trovano i cittadini cinesi che lavorano con i media esteri.
Immagine tratta da Wikimedia Commons.
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