Partendo da alcune considerazioni di carattere storico-culturale circa quella che sembrerebbe una naturale repulsione da parte degli esseri umani nei confronti dei pipistrelli, un articolo a firma di Alessio Giacometti proposto su Il Tascabile spiega morfologia, abitudini e funzioni ecosistemiche dei suddetti mammiferi placentati appartenenti all’ordine dei chirotteri, singolari creature volanti il cui particolare sistema immunitario sarebbe alla base, secondo alcuni studi, di una insolita longevità. Nel corso del pezzo l’autore propone inoltre un’analisi delle cause da cui originerebbero le pandemie, riflettendo quindi sulla pericolosità delle attività antropiche quando queste non si basino su strategie di sviluppo sostenibile e risultino perciò dannose per la biodiversità.
Ho scoperto di avere la fobia dei pipistrelli qualche anno fa, una notte d’estate in cui l’afa era così insopportabile da costringermi a tenere la finestra spalancata. In dormiveglia mi è parso di avvertire un fruscio, d’istinto ho acceso l’abat jour e ho visto una sagoma nera ondeggiare tra me e il soffitto: un piccolo pipistrello – forse un barbastello – si librava in aria con un moto circolare e irrefrenabile, come in preda a un panico ancestrale. Sapevo che, pur avendo una vista discreta, molte specie di pipistrelli usano l’udito per orientarsi e cacciare al buio. O meglio l’ecolocalizzazione: emettono degli ultrasuoni ad altissima frequenza che sbattono sugli ostacoli ambientali e da lì tornano alle loro orecchie aguzze.
Immagine da Nps.
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