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Il debunking è una perdita di tempo?

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Su suggerimento di  @Roberto e @ogeid3.

Mentana e Burioni hanno ragione quando blastano la gente, oppure occorre un altro approccio?  Questo commento riprende uno studio appena pubblicato su Plos One sull’efficacia dell’attività di debunking. Secondo Fabiana Zollo, prima autrice della ricerca:

Il debunking e l’attacco frontale ai complottisti non sono antidoti al propagarsi di fake news. Piuttosto, l’uso di un approccio più aperto e morbido, che promuova una cultura dell’umiltà con l’obiettivo di abbattere i muri e le barriere tra le tribù della rete, rappresenterebbe un primo passo per contrastare la diffusione della disinformazione e la sua persistenza online.

Lo studio è stato ripreso anche da Repubblica, il cui articolo ha suscitato la reazione del debunker Paolo Attivissimo, che accusa lo stesso quotidiano di contribuire al successo e alla diffusione di notizie false e bufale e non condivide la conclusione fatalista dell’articolo secondo cui l’attività di debunking sarebbe controproducente.

Provateci voi, a frequentare un forum di complottisti e restare umili, aperti e morbidi. Fateci vedere come si fa, perché francamente più di quel che facciamo non saprei cosa fare.

 

Immagine da Wikimedia.

 

 


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