Su suggerimento di @obiettivamente.
In un’intervista per il sito Euronews, l’economista e politico Francesco Boccia, attualmente presidente della Commissione Bilancio della Camera, interviene sul tema della tassazione delle multinazionali del web.
Boccia rileva come in Unione Europea si stia permettendo ad aziende come Google o Amazon di godere di regimi fiscali indebitamente vantaggiosi, a discapito delle casse statali:
In Italia, dalle analisi fatte alla Camera dei deputati, in questo momento c’è una base imponibile erosa superiore ai trenta miliardi di euro e aumenta ogni anno di più perché aumentano ogni anno di più le attività che passano attraverso il digitale. Io ormai non distinguo più tra l’economia reale e quella digitale, tutta l’economia oggi è digitale. Quando abbiamo iniziato a fare queste valutazioni l’impatto del digitale sull’economia era del 2%, poi è passato al 6%, l’anno scorso era del 22%, nel giro di cinque anni il 100% dell’economia sarà digitale.
La lentezza, se non addirittura dell’immobilismo, con cui l’Unione Europea e i suoi membri starebbero reagendo a questo stato di cose sono ricondotti da Boccia all’opera di lobbying di questi stessi colossi, il cui peso finanziario e la cui influenza troverebbe pochi paragoni nella storia recente:
Bisogna pensare alla capitalizzazione di Borsa, pensando a Milano, ma posso fare anche l’esempio di Parigi. A Milano bisogna pensare a Eni, Enel, Finmeccanica, tutte le quotate, tirare la riga e forse si ha il valore teorico di Amazon. Nella storia del capitalismo tutto questo non era mai successo. Non è mai successo al tempo delle “Sette Sorelle”, stiamo vivendo una rivoluzione epocale, secondo me più dirompente di quella vissuta con i telai, l’energia a vapore, l’energia elettrica o i computer degli anni Sessanta.
Immagine da Flickr.
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